BEATRICE RASPA
Cronaca

Iushra, il coordinatore delle ricerche: "Fu fatto tutto il possibile, meglio non si poteva"

Il funzionario della Protezione civile commosso sul possibile ritrovamento dei resti della bambina in una zona impervia

Iushra Gazi

Brescia, 9 ottobre 2020 - «Iushra? Penso sia stato fatto tutto il possibile. La ricerca è stata professionale, tecnologica, minuziosa. Abbiamo iniziato a cercarla senza alcun elemento, se non l’ipotetica direzione di fuga, che però in un territorio così vasto non vuol dire niente. Se mi guardo indietro, ritengo non si potesse fare meglio". A parlare è il funzionario di Protezione civile della Provincia, Fausto Pedrotti, che nell’estate 2018 ha coordinato oltre mille volontari impegnati a setacciare Cariadeghe in cerca di Iushra Gazi, la undicenne autistica scomparsa nei boschi sopra Serle il 19 luglio di due anni fa, durante un gita con la Fopab.

Pedrotti non nasconde la commozione all’idea che quel piccolo teschio rinvenuto domenica da un cacciatore possa costituire una svolta. "L’ha trovato uno dei nostri, un volontario di Caino (Guido Azzani) che partecipò alle ricerche dell’epoca, ai piedi del monte Ucia, tra Dragoncello e Corna del lupo, a quota 1.100 – dice -. La zona è così impervia che fu perlustrata solo via cielo da elicotteri ma non da terra. I sentieri sono tracce di cinghiali impercorribili".

Ora, prima dell’esito del Dna – il medico legale Andrea Verzeletti proverà l’estrazione dal cranio dal 13 ottobre, ma non è scontato ci riesca – è impossibile sbilanciarsi. "Certo, rimane un grande mistero il fatto che a dispetto delle tecnologie messe in campo, dalle termocamere ai cani molecolari, non sia mai emerso nulla. E nemmeno negli anni a seguire, dai cacciatori che girano con i segugi. L’unica spiegazione plausibile, qualora appunto si tratti di Iushra, è che fosse finita in un anfratto, rimasta sepolta dal fango. E che solo di recente la fauna e le intemperie abbiano fatto venire alla luce il teschio".