
Un'immagine dello scontro (Fotolive)
Brescia, 11 luglio 2014 - Oggi tornerà al lavoro. Roberta Rolandi a due anni dal terribile incidente ferroviario provocato da un camion fermo sui binari al passaggio a livello tra Borgonato e Bornato, lungo la linea Brescia -Iseo-Edolo, tornerà a indossare la sua divisa. Non più quella da capotreno, la stessa che indossava quel 27 giugno di cui ricorda poco. «Lavorerò nel deposito di Iseo - racconta la donna originaria di Pisogne - sarà una giornata molto particolare. Sono agitata e allo stesso tempo emozionata perché ricomincia una nuova vita». Ieri il gup Luciano Ambrosoli ha accolto la richiesta di patteggiamento a due anni - la pena è stata sospesa - chiesto da Manrico Maninfior, il 58enne camionista di Travagliato che causò lo schianto. «Mi inchino davanti alla decisione del giudice - ha commentato con amarezza al termine dell’udienza che ha seguito con il compagno Francesco e il suo avvocato Giampiero Canu - ma la condanna mi sembra troppo modesta». Così la pensa anche il suo avvocato. «Si è considerato l’episodio come un incidente stradale quando invece si è trattato di un disastro ferroviario - ha sottolineato Canu - Resta poi l’amarezza perché Maninfior non ha mai incontrato Roberta che quel giorno ha rischiato la vita». La 46enne in seguito all’incidente, che provocò altri 20 feriti, rimase 20 giorni in rianimazione e complessivamente fu ricoverata per 112 giorni. «Ho subìto diverse operazioni - racconta la donna a cui è stata riconosciuta un’invalidità all’83% - a ottobre ne avrò altre due. Il recupero è ancora lungo». In questi due anni mai una parola contro Maninfior. «Ha sbagliato - spiega - ma almeno una lettera o una telefonata poteva farmela». Per Stefania Peli, l’avvocato di Maninfior, anche il suo cliente è una vittima di quel drammatico incidente. «Da allora non lavora più - spiega e aggiunge - quel passaggio a livello era pericoloso, ma l’unico capro espiatorio della vicenda è il mio cliente».
Il processo penale si è concluso, ora dovrà aprirsi quello civile in cui si dovrà stabilire l’entità del risarcimento chiesto da Roberta Rolandi e da Trenord che si è costituita parte civile. La richiesta avanzata è di 1,6milioni per i danni subiti dalla donna e di almeno 700mila euro per quelli sostenuti da Trenord. Al momento a Roberta Rolandi è stato versato da Maninfior attraverso il gruppo Unipol un acconto di 200mila euro. Serviranno ancora diversi mesi, tra perizie e visite, prima che i giudici possano stabilire l’entità del risarcimento.