‘Ndrangheta in Lombardia, l’inchiesta “Scarface” si sgonfia: cade il castello dell’accusa

Otto assoluzioni e 5 condanne con pene dimezzate. Crolla l’associazione a delinquere

Il pm Teodoro Catananti Sopra la conferenza stampa dell’operazione

Il pm Teodoro Catananti Sopra la conferenza stampa dell’operazione

L’inchiesta Scarface si sgonfia. Per il tribunale non c’è l’associazione a delinquere, né tantomeno l’aggravante del fiancheggiamento dell’ndrina Barbaro Papalia di Buccinasco. Ieri i giudici - presidente Cristina Ardenghi - hanno inflitto cinque condanne e decretato otto assoluzioni, comminando pene dimezzate rispetto a quelle richieste.

Al vertice del presunto sodalizio - a individuarlo era stata un’inchiesta che nel novembre 2020 aveva fatto finire in manette 13 persone e nel complesso sotto indagine 29 - si riteneva vi fosse Francesco Mura, il 41enne imprenditore di Asti di casa a Erbusco che stando alla prospettazione accusatoria originaria avrebbe fatto fortuna nel settore delle tv private e delle estrazioni del lotto frodando il fisco.

Lndrangheta tramite lui tra il 2014 e il 2019 avrebbe riciclato fiumi di denaro sporco - almeno 500mila euro - e messo le mani su tabaccherie e negozi. Un’accusa sempre negata dall’interessato, che aveva ammesso solo alcune contestazioni fiscali ma preso le distanze da tutto il resto. In aula il reato associativo si è sgretolato - del resto non era stato portato avanti nemmeno dal pm Teodoro Catananti nella sua requisitoria - mentre sono rimasti in piedi solo alcuni dei reati e pure molti altri capi d’accusa erano stati ritenuti insussistenti dallo stesso pm.

La pena più alta - 5 anni - è stata inflitta a Mura, estremamente contenuta in confronto ai 12 anni chiesti dalla pubblica accusa. Il collegio ha inoltre disposto la confisca di 222mila euro sugli oltre 10 milioni che gli erano stati sequestrati tre anni fa e che ora tornano nella sua disponibilità. A dibattimento c’erano nel complesso 13 imputati. Tra cui il padre di Francesco Mura, Mario, condannato a quattro anni. Le ex socie Maria Dizioli ed Elisa Salerno, condannate a un anno e otto mesi, e l’ex fidanzata di Mura Gabriella Corsini, a tre anni.

Assolti invece con formula piena la moglie Sabrine Ferchichi, e presunti prestanome e tabaccai. Attilio e Cristiano Barbi, Francesco Cantale, Nicholas Corsini, Massimo D’Anna, Andrea Ottaviani e Jinjie Xu. Per tutti loro anche il pm aveva chiesto l’assoluzione, fatta eccezione per Cristiano Barbi, per il quale aveva chiesto tre anni e mezzo. Motivazioni tra 70 giorni.