REDAZIONE BRESCIA

Inceneritore, rifiuti da tutta la Penisola: "No a questo scempio"

Linea dura ribadita alla conferenza Stato-Regioni di FEDERICA PACELLA

L'inceneritore di Brescia (Eden)

Brescia, 21 gennaio 2016 - Rifiuti urbani da tutta Italia nell’inceneritore di Brescia? Prosegue l’iter innescato dallo Sblocca Italia, articolo 35, che riguarda anche la nostra città, perché nell’impianto di via Codignole potrebbe arrivare l’immondizia delle Regioni che non si sono mai dotati di strutture simili, in particolare del Sud. «Così come impostato il decreto ci trova assolutamente in disaccordo. La Lombardia non può pagare ancora per essere virtuosa dal punto di vista economico e ambientale», tuona Massimo Garavaglia, assessore regionale all’economia, che ha rappresentato la Lombardia nella conferenza Stato-Regioni di ieri. La nuova bozza del Dpcm attuativo dell’articolo 35 ha fatto infuriare anche l’assessore lombardo all’ambiente Claudia Terzi. «E’ una bruttissima giornata per la Lombardia. Ancora una volta il Governo, in materia di rifiuti, è capace solo di punire le Regioni virtuose come la Lombardia che negli anni e grazie agli sforzi dei loro cittadini, hanno raggiunto una piena autosufficienza nella gestione dei rifiuti». Se i rifiuti speciali già arrivano da fuori Brescia, il possibile via libera alla circolazione degli urbani risale allo scorso anno, tanto che la Regione aveva fatto ricorso contro lo Sblocca Italia alla Corte Costituzionale. «Avevamo detto no allora e la bocciatura oggi è ancora più totale. Questo è uno scempio ambientale. Visto il no di molte Regioni, il Governo di fatto ha deciso di bypassarle, inventandosi, ma solo per i rifiuti, le cosiddette aree macroregionali. Questo significa che dall’Emilia Romagna in su non serviranno nuovi inceneritori ma solo perché ci penserà la Lombardia, con la sua capacità, a smaltire il pattume degli altri». Beffa ulteriore è che non viene previsto il contributo di 20 euro che i gestori degli impianti (nel caso di Brescia A2A) sono tenuti a versare per ogni tonnellata di rifiuto urbano di provenienza extraregionale, perché questi saranno equiparati agli speciali. «Il nostro piano rifiuti regionale potrebbe subire un colpo mortale. La Lombardia, che ha raggiunto altresì livelli di raccolta differenziata efficienti non vuole diventare la pattumiera d’Italia, pagando le incapacità gestionali, politiche e amministrative altrui. Per noi l’autosufficienza raggiunta è un valore da difendere a ogni costo. E lo faremo in tutte le sedi opportune. Il ricorso alla Consulta presentato a suo tempo è solo il primo passo». Da parte del Comune di Brescia c’è sempre stata piena sintonia con la Regione. «In Consiglio – ricorda l’assessore bresciano Gianluigi Fondra – avevamo fatto, per la prima volta, una mozione congiunta con la Lega. Ad ogni modo, il nostro impianto sta già viaggiando al massimo, con oltre 800mila tonnellate. L’unica soluzione per poter bruciare altro sarebbe di ampliare la sua capacità: la scelta politica e tecnica è che questo non avvenga, è un punto fisso». Ma cosa succederà se con la raccolta differenziata, i rifiuti bresciani (oggi 75mila tonnellate) diminuiranno? Nella volontà dell’amministrazione ci sarebbe lo spegnimento della terza linea, ma si può fare se i rifiuti bresciani saranno sostituiti da quelli di altre regioni? «Noi siamo – conferma Fondra – perché questa macchina bruci l’indispensabile per produrre energia e teleriscaldamento. Se questo si traduce nello spegnimento della terza linea non posso dirlo, l’importante è che si bruci di meno. E puntiamo ad una minore produzione di rifiuti, perché meno confermiamo, meno spendiamo, con risparmi in bolletta per tutti».