Brescia, incendio e scritte contro il parroco

Il prete aveva discusso con alcuni ragazzini: "Ma tutti sono benvenuti"

Il fabbricato che ospitava la segreteria

Il fabbricato che ospitava la segreteria

Brescia, 27 maggio 2018 - Scritte con offese pesantissime a sfondo sessuale rivolte al parroco don Massimo sono state trovate all’interno dello spogliatoio adiacente a un fabbricato bruciato, nel centro sportivo della parrocchia di Santa Maria Madre della chiesa di Casazza, uno dei quartieri di Brescia.

Le fiamme sono scoppiate attorno alle sei di sabato mattina e immediatamente si sono levate alte nel cielo già chiaro e assolato. Con ogni probabilità il rogo si stava sviluppando da qualche ora, dopo che persone, al momento sconosciute, lo hanno appiccato. A intervenire sono stati i vigili del fuoco di Brescia, che nel giro di poco sono riusciti ad avere la meglio sull’incendio, spegnendolo. La struttura non sembrerebbe avere subito danni strutturali ingenti, anche se al momento non è utilizzabile per le attività sportive della parrocchia e dei parrocchiani che la frequentano. Le origini del fuoco paiono inequivocabili: in uno stanzino sono state trovate alcune taniche di benzina vuote. Normalmente il carburante veniva utilizzato per alimentare attrezzature utilizzate per la manutenzione dei campi sportivi, tra cui un tagliaerba. Sulle pareti, poi, c’era una scritta particolarmente offensiva rivolta a don Massimo.

«Purtroppo è un atto vandalico bello e buono - spiega il parroco di Santa Maria Madre della Chiesa - un atto che ci ferisce e colpisce al cuore. Siamo molto dispiaciuti di quanto accaduto, poiché il centro sportivo è patrimonio di tutti». Don Massimo non ha voluto lanciare accuse, anche se pare che nei giorni scorsi abbia avuto una discussione con alcuni adolescenti particolarmente vivaci. «Non mi sento di fare illazioni o alcuna accusa - dice il sacerdote - vero è che ci sono state delle incomprensioni con alcuni ragazzetti. In questo momento non mi sento però di puntare il dito o di attribuire responsabilità. Non spetta a me. Qui sono sempre tutti benvenuti, nel solco della nostro cammino di fede». Spetterà ora alle forze dell’ordine ricostruire con esattezza l’accaduto e cercare di risalire ai responsabili del gesto. Sull’accaduto indaga la Digos. Certo è che la crudeltà della frase rivolta al sacerdote, unitamente al rogo appiccato in modo volontario, potranno essere forse scusati da coloro a cui è stato rivolto l’insulto, ma non dalla legge.