Diciassette persone intossicate, compresi due minori, e ventuno sfollati. È il bilancio dell’incendio che ieri mattina è divampato in una palazzina di via Montello, a Brescia. La stessa, al civico 19, che era stata coinvolta da un altro principio di incendio un paio di giorni fa, quando era rimasta lievemente intossicata un’inquilina di 96 anni. La mattina del 17 settembre il fuoco era divampato nella tromba delle scale da alcuni contatori del quarto piano in fiamme, pare, per un sovraccarico elettrico, e il rogo aveva intaccato il vano. Ieri alle 8,30 si è sostanzialmente ripetuta la stessa scena, ma due piani più sotto. Stavolta infatti sarebbero andati a fuoco i contatori del secondo piano.
"Ho aperto la porta e mi sono trovato davanti le fiamme – racconta in preda al terrore un inquilino del secondo piano, rimasto senza casa – Non so per quale ragione dopo l’incendio di martedì ci abbiano detto che andava tutto bene e non c’erano problemi". L’incendio, proprio come l’altra volta, è stato domato in tempi rapidi. In via Montello sono arrivate tre squadre dei vigili del fuoco con il supporto di un’autoscala che è servita a sgomberare gli appartamenti ai piani alti, dove risiedono numerose persone anziane. La centrale di primo soccorso regionale Areu ha trattato il caso come una maxi emergenza: sul posto ha inviato un’automedica, quattro ambulanze e un mezzo di coordinamento.
In totale 17 persone hanno avuto bisogno di cure perché lievemente intossicate: sono state tutte accompagnate in ospedale in codice verde e giallo, smistate tra Civile, Poliambulanza e Clinica Sant’Anna con sintomi di inalazione da fumo. Per consentire lo sgombero integrale del palazzo la strada è stata chiusa al traffico per ore. L’edificio, fatta eccezione per il primo piano, è stato dichiarato inagibile. I tecnici di Unareti e i vigili de fuoco sono stati al lavoro per l’intera giornata a ripristinare gli impianti elettrici e le condizioni generali di sicurezza. Solo al primo piano appunto i pompieri non hanno inibito l’accesso ai locali. Gli inquilini dei piani superiori invece – ventuno residenti – hanno dovuto trovare una sistemazione alterativa.
Beatrice Raspa