Poca neve, impianti fermi in Lombardia. "Ma nasceranno altre piste"

Ambientalisti contro i nuovi collegamenti tra Tonale, Valtellina e Trentino. Nell’ultimo dossier di Legambiente sono 23 le stazioni sciistiche abbandonate

Impianto dismesso a Caspoggio

Impianto dismesso a Caspoggio

Ponte di Legno (Brescia) - Legambiente ha inserito Ponte di Legno-Tonale e Artogne, con Montecampione, tra le località montane ove esistono o saranno realizzate strutture che preoccupano in vista di quella che il sodalizio ambientalista vorrebbe essere una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità. In particolare nel documentario "Neve Diversa", recentemente pubblicato a corredo di un dossier che riguarda la montagna di Lombardia, si parla dell’investimento milionario che servirà per ampliare il demanio sciabile che dovrebbe collegare la valle di Viso con la Valtellina e il Trentino e che prevede dieci nuovi chilometri di piste, due impianti di risalita e cinque stazioni. Non solo: descrive Montecampione come fatta dagli "edifici del villaggio turistico Alpiaz di Montecampione e del complesso l Baite Al Plan che versano in stato di degrado da un decennio".

Nel documentario e nel dossier si apprende che in Lombardia sono 23 gli impianti che risultano dismessi, per assenza cronica di neve, fallimenti, crisi economica, fine "vita tecnica" delle strutture poi non rinnovate e 2 temporaneamente chiusi, ma dal futuro incerto. "Queste installazioni spesso lasciano sul territorio ruderi delle stazioni di partenza e arrivo, piloni in cemento armato abbandonati, cavi in acciaio non rimossi, come nel caso per esempio dello skilift sul Monte Poieto, nel Comune di Selvino – dicono da Legambiente – Aviatico (Bergamo), dismesso addirittura negli anni ’60, la seggiovia sul Monte Arera nel Comune di Oltre Il Colle - Zambia Alta (Bergamo) chiuso dal 2003, lo skilift sul Monte San Primo nel Comune di Bellagio (Como) fermo dal 2013, la funivia sui Monti Greggio e Sighignola nel Comune di Alta Valle Intelvi (Como) dismesso dal 2007, lo skilift sul Monte Tesoro nel Comune di Carenno (Lecco), lo skilift sull’Alpe Paglio nel Comune di Casargo (Lecco), la teleferica in località Entova – Scerscen nel Comune di Chiesa Valmalenco (Sondrio) ferma dagli anni ‘90". Dalla Valcamonica non mancano pareri ben diversi. In alta valle, difatti, la realizzazione del nuovo collegamento nella zona dell’Aviolo è ritenuta di capitale importanza non tanto in vista di Milano Cortina 2016, di cui parla pure Legambiente, riflettendo sull’eredità di Torino 2006, quanto per rendere maggiormente appetibile il comprensorio camuno, che attualmente è tra i più frequentati di Lombardia, con Livigno.

Nel tempo sono stati fatti studi importanti che hanno designato la zona scelta per l’ampliamento del demanio sciabile come quella più adatta ad alleviare la pressione sulle altre piste esistenti. Da Montecampione, dove l’abbandono della struttura ricettiva a 1800 è un problema evidente, viene però sottolineato come le "piste continuino a funzionare". Il dossier Neve Diversa ha anche il compito di raccontare storie di riconversione e buone pratiche di un turismo soft e più sostenibile. Ad Albosaggia, in provincia di Sondrio, i resti di due impianti di risalita chiusi dal 1983, grazie al finanziamento del Comune e al supporto del Parco delle Orobie Valtellinesi, sono stati completamente rimossi ed è stato ripristinato l’ambiente naturale.