
Giuseppe Ghirardini. Un convitato di pietra. Nella mattinata delle repliche, al processo in Corte d’assise d’appello per Giacomo Bozzoli che ieri si è concluso con la conferma all’ergastolo per l’omicidio e la distruzione di cadavere dello zio Mario, è stato più volte evocato l’operaio della fonderia di Marcheno, addetto al forno grande. Un veterano della fabbrica che cinque giorni dopo la scomparsa del suo datore di lavoro, Mario Bozzoli, sparì misteriosamente nel nulla e venne ritrovato morto con due capsule di cianuro nello stomaco nei boschi sopra Ponte di Legno. Un suicidio, hanno decretato gli inquirenti, "parlante". Per la Corte, strettamente intrecciato all’omicidio del datore di lavoro, al quale partecipò insieme al collega Oscar Maggi (per cui i giudici di primo grado disposero la trasmissione degli atti in procura).
L’avvocato della difesa Luigi Frattini ha descritto l’addetto al forno come "una persona estremamente impulsiva e violenta", portando progressivamente la sua figura dentro il processo mentre perorava l’innocenza del suo assistito. Le 8 banconote da 500 euro trovate nell’abitazione di Ghirardini per l’accusa sono la prova di un accordo omicidiario con l’imputato. Non per la difesa: su quei soldi non ci sono impronte di Giacomo e la somma potrebbe essere un possibile prestito concesso da Mario Bozzoli a Ghirardini, perennemente squattrinato, e una possibile causa di lite tra i due. "Chi può escludere che Mario e Ghirardini si siano incontrati la sera dell’8 ottobre 2015 davanti al forno, con Mario che chiedeva conto sia della mancata restituzione del prestito, sia della mancata risposta alle numerose telefonate (dodici fra il 6 e il 7 ottobre), che gli aveva fatto?" è l’ipotesi alternativa prospettata dal difensore ai giudici, sperando di instillare nella Corte un dubbio sufficiente a scagionare il nipote. "Non si può escludere che quella sera Mario incontri al forno Ghirardini che aveva cercato invano per due giorni, né che quei 4mila euro fossero un prestito di Mario per aiutarlo a far venire in Italia dal Brasile l’ex moglie e il bambino per Natale. Prima di condannare un innocente all’ergastolo, si può escludere che Ghirardini, irascibile com’era, non abbia preso una trave e colpito il povero Mario?".
Tuttavia l’evocata presenza sulla scena del delitto del “convitato di pietra“, che ormai non può più difendersi, per il pg Domenico Chiaro non cambia nulla: "Anzi, la sua presenza renderebbe ancora più possibile che Mario possa essere stato messo fuori combattimento senza una reazione. Quanto alle telefonate, ce ne sono state decine anche fra Mario e gli altri operai". B.Ras.