Il Covid torna al microscopio "Nessuna evidenza di mutazioni"

"Quello che vediamo oggi è il risultato di una vaccinazione parziale che non ha coperto i fragili"

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La sensazione è più o meno quella di un film già visto due anni fa, con il mondo che si interroga sul possibile impatto di ciò che sta per arrivare dalla Cina. Visto al microscopio, però, virus e varianti di Pechino, per ora, non sono diverse da ciò che già circola e per il quale siamo ampiamente immunizzati. "Come parte della rete regionale e nazionale – spiega Arnaldo Caruso, direttore del laboratorio di Microbiologia di Asst Spedali Civili di Brescia e presidente della Società italiana di Virologia - abbiamo dato la disponibilità a potenziare il sequenziamento, aiutando a verificare che dalla Cina entri qualcosa di noto. Saremo pronti a capire se c’è qualcosa di mutato, cosa che non ci aspettiamo a breve". Al momento, non c’è nessuna evidenza che il virus sia mutato: ciò che circola in Cina è per lo più appannaggio della famiglia Omicron del Sars-Cov2, contro cui siamo immunizzati. Perché allora a Pechino si registrano tanti decessi? "La Cina ha sbagliato approccio – spiega Caruso –. Noi abbiamo aperto gradualmente dopo aver immunizzato quasi tutti i fragili. Loro hanno fatto lockdown continuativi e misure rigidissime, senza attuare una vaccinazione protettiva con vaccini come i nostri. Quello che vediamo oggi è il risultato di una vaccinazione parziale che non ha coperto i fragili, e dell’apertura improvvisa". Dobbiamo temere ripercussioni anche qui? "Al momento, sulla Cina si è sta creando una psicosi basata sul nulla, perché non c’è nessuna evidenza che il virus sia mutato. Circolando in una popolazione vasta come quella cinese, potrebbero generarsi ulteriori varianti, ma questa è un’evenienza che, ormai lo sappiamo, può capitare ovunque. Dal punto di vista pratico, ora sarei molto tranquillo, senza abbassare la guardia". La preoccupazione è per i più fragili, considerato che, ad esempio, dall’1 gennaio decade anche l’obbligo di green pass per i visitatori delle Rsa e delle strutture per disabili. "Il monitoraggio e l’analisi dei tamponi, come stiamo facendo in Italia, va bene. Deve essere continuo e istituzionalizzato in modo definitivo, perché una nazione evoluta sul piano sanitario lo è anche nella prevenzione delle pandemie".Federica Pacella