Il booster della vaccinazione non decolla

Si va dal 13,49% di copertura a Brescia al 14,17% di Como, il 12,91% di Bergamo fino al 15,06% di Lecco

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Se lo smart-working sembra ormai un lontano ricordo, seppur possibile ancora per i lavoratori fragili, l’arma più efficace per evitare il contagio resta il vaccino. Non sembra, però, decollare il booster della vaccinazione anti-Covid, nonostante la distribuzione capillare sul territorio e l’accessibilità. Secondo i dati riportati sul portale di Regione Lombardia, se la terza dose (prima booster) ha raggiunto una copertura tra il 67% ed il 70% tra le diverse province lombarda (Lecco, Bergamo, Como, Cremona, Lodi sono sopra il 70%), per la quarta dose le percentuali sono decisamente più basse tra la popolazione generale. Si va, infatti dal 13,49% di Brescia ai 14,17% di Como al 12,91% di Bergamo al 12,31% di Sondrio fino al 15,06% di Lecco. In generale, comunque, non si superano il 15% tra le province, mentre nei comuni più immunizzati la percentuale resta attorno al 20%. Vero è che la malattia fa meno paura, grazie anche al costante monitoraggio che è stato mantenuto e che ha permesso di rintracciare anche le varianti del virus in viaggiatori in arrivo dalla Cina. Nei giorni scorsi, ad esempio, anche nel laboratorio di microbiologia dell’Ospedale Civile di Brescia è stato individuato il primo caso di Kraken, dopo quelli registrati a Como e a Monza. Secondo l’ultimo report di giovedì dell’Oms, la variante sembrerebbe essere sì più trasmissibile (probabilmente si assisterà ad un aumento dell’incidenza dei casi Covid9) e più immunoevasiva (capace di “aggirare“ il vaccino), ma non ci sono segnali di aumento di gravità della malattia. Per ora, la risposta migliore per evitare i contagi, sul luogo di lavoro e non solo, è comunque la vaccinazione e, all’occorrenza, mantenere la mascherina.