REDAZIONE BRESCIA

Idro, la battaglia sui prelievi: "Con questa gestione lago a rischio sopravvivenza"

Il primo firmatario della petizione: pericolo già vissuto alla fine degli anni ’90

Il primo firmatario della petizione: pericolo già vissuto alla fine degli anni ’90

Il primo firmatario della petizione: pericolo già vissuto alla fine degli anni ’90

Una partenza quanto meno anomala quella della petizione contro il nuovo prelievo dal lago d’Idro. La petizione era stata presentata a ottobre, a Provincia di Trento e Regione Lombardia, dall’Associazione amici della terra lago d’Idro e valle Sabbia, che fa parte della Federazione del Chiese, col supporto di circa 600 firme raccolte in un pomeriggio nel corso di una manifestazione organizzata a Idro. Oggetto è l’iter progettuale iniziato da Regione Lombardia nel 2008, e ancora in corso, per realizzare un nuovo progetto di prelievo che porterebbe ad un’escursione verticale del lago fino a 3,5 metri (oggi, l’accordo prefettizio prevede che non si vada oltre 1,7 metri). "Se questa gestione si verificasse nuovamente – si legge nella petizione, il cui primo firmatario è Gianluca Bordiga – questo lago naturale tornerebbe ad andare verso la morte biologica, pericolo già vissuto drammaticamente tra gli anni ‘90 e l’inizio del 2000".

In Lombardia tutto tace, mentre nella PaT, il percorso è iniziato mercoledì, ma con un’anomalia procedurale di non poco rilievo. "La terza commissione permanente – spiega Bordiga – prima di convocare l’associazione che ha depositato la petizione, ha sentito il dirigente di Appa (equivalente di Arpa, ndr)". In commissione, il dirigente ha spiegato che la richiesta di bloccare la procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale), avanzata con la petizione, ha poco senso, perché il procedimento si è chiuso ed è quindi definitivo. Secondo le informazioni raccolte dall’ex consigliere PaT Alex Marini, che ha segnalato l’anomalia sul suo blog, il dirigente avrebbe parlato in sostituzione del dirigente della Provincia, quindi non nella sua veste di direttore di Appa. Ma tant’è, per i firmatari poco cambia. "Ci doveva essere un contraddittorio. Come associazione e Federazione questo comportamento della PaT lo consideriamo strano, bizzarro e un po’ inspiegabile. Abbiamo saputo che ci ascolteranno il 6 febbraio. Noi andremo a fare la nostra dichiarazione in commissione permanente con estrema durezza e severità, perché c’è qualcosa che ci fa capire che si guarda ad interessi diversi da quella della tutela del lago". Secondo Marini, "la scelta di ascoltare preventivamente un dirigente sulla questione, prima ancora dell’audizione dei promotori della petizione, appare quanto meno inusuale – commenta Marini –. Questo approccio rischia di condizionare il decisore politico rispetto ai contenuti dell’azione popolare, senza coinvolgere fin da subito i promotori della petizione e senza garantire un adeguato contraddittorio". F.P.