"I giovani sperimentano. Ancora poca prevenzione"

“Gli Acrobati“: investire in equipe di esperti di dipendenza e adolescenza .

"I giovani sperimentano. Ancora poca prevenzione"

"I giovani sperimentano. Ancora poca prevenzione"

Poche risorse e tanta ipocrisia: così la lotta al consumo di sostanze stupefacenti è affidata solo alla repressione. "Il monitoraggio dell’articolo 75, così come i numeri dei sequestri di droga – ricorda Elena Tamussi, direttrice sanitaria dello Smi “Gli Acrobati di Concesio“ (Brescia) – ci dicono che questa è una provincia dove le sostanze circolano. I più giovani difficilmente prevedono le conseguenze delle proprie azioni ed è per questo che sono importanti gli interventi di prevenzione che, purtroppo, sono invece spesso percepiti come un invito ad usare le sostanze".

Chi si occupa di limitazione del rischio, in luoghi come le discoteche, non è sempre ben visto. "Ma è inutile chiudere gli occhi – sottolinea Tamussi – i giovani vanno educati ad un uso consapevole". Caduto quasi ogni tabù, autorevoli studi internazionali dicono che il consumo di sostanze è una delle poche trasgressioni rimaste ai ragazzi. "Il consumo come sperimentazione non necessariamente sfocia in comportamenti di dipendenza, ma rischia di diventare la porta di ingresso: per questo va affrontata da equipe di esperti di dipendenza e adolescenza". "Serve anche che Smi e Sert siano molto più presenti sul territorio – sottolinea Stefano Rizzi, ad “Gli Acrobati“ – che offrano spazi dedicati. Ed è importante che la Regione investa sull’aggancio precoce". Anche le sanzioni amministrative dovrebbero essere strumento di prevenzione. Nel caso degli “Acrobati“, ad esempio, ci sono persone con articolo 75, ma nessuna inviata dalla prefettura. "La repressione va bene, ma se non viene usata per avvicinare la persona ai servizi, resta solo la punizione". F.P.