Giornata Mondiale del Donatore: l'appello di Avis Regionale Lombardia

In occasione della Giornata mondiale del donatore, Oscar Bianchi, Presidente dell'Avis Regionale Lombardia, invita a riflettere sulla bontà di donare sangue o plasma, al fine di garantire una cura al malato.

Oscar Bianchi, presidente di Avis Regionale Lombardia, come si arriva alla Giornata mondiale del donatore?

"K’Italia può contare su 6mila donatori in più di cui 3.500 sono lombardi. Ma la carenza di infermieri sta portando il sistema allo stress. Ci sono donatori che vorrebbero dare il proprio sangue ogni 3 mesi e sono costretti a rallentare la frequenza".

Quali province soffrono di più questa carenza?

"Quelle dove la raccolta avviene quasi esclusivamente negli ospedali. A Milano, Bergamo, Brescia, Mantova i prelievi sono gestiti nelle strutture Avis. A Varese, Cremona e Pavia la gestione è mista. Nelle altre zone il ritmo delle donazioni cala: soprattutto nei periodi estivi viene richiesto un dimezzamento delle chiamate per donazioni".

C’è il rischio che gli ospedali si trovino con poche scorte di sangue?

"La Lombardia è autosufficiente per il sangue, non per il plasma. Ecco perché insistiamo anche su questa donazione fondamentale per estrarre farmaci in un settore in cui sono gli Stati Uniti i principali produttori".

La crescita di volontari donatori è incoraggiante, ma all’appello mancano i giovani: perché cala la fascia tra i 18 e i 25 anni?

"Per due motivi. Il primo riguarda la mobilità di questo target, che spesso si sposta all’estero: in caso di soggiorni in uno Stato stranieri si è sottoposti a periodi di sosta nelle donazioni la cui durata dipende dal Paese dove si è stati. L’altro fattore riguarda la precarietà lavorativa: la mancata stabilità occupazionale è un freno perché si fatica di più a chiedere un giorno di permesso".

E le donne?

"Rappresentano il 50% tra i 18 e i 15 anni, ma la proporzione scende a un terzo avanzando con l’età".

Qual è il suo messaggio alla vigilia della Giornata mondiale del donatore?

"Di riflettere sulla bontà di donare sangue o plasma. Dietro a questo gesto c’è un solo obiettivo: garantire una cura al malato". L.B.