
Giacomo Bozzoli
Brescia, 27 marzo 2019 - Risarcirà le parti offese con 15mila euro e pagherà le spese legali. Risultato: la Corte ha dichiarato estinto il reato. Così si è chiusa martedì in appello la vicenda giudiziaria di Giacomo Bozzoli, il nipote di Mario, l’imprenditore di Marcheno inghiottito dalla sua fonderia l’8 ottobre 2015. Giacomo, indagato con il fratello Alex e due operai per omicidio e distruzione del cadavere dello zio, era alla sbarra per una storia del 2013, che nulla c’entra con il giallo della fabbrica. Per ottenere il pagamento di un debito - 280mila euro di merce non saldati - da parte di una ditta poi fallita, Giacomo non sarebbe andato tanto per il sottile. "O paghi o ti sparo", avrebbe detto rivolgendosi al titolare e ai due figli, ora parti offese, ciascuna risarcita con 5mila euro.
Nei guai era finito anche il padre Adelio (fratello di Mario), ma in primo grado per lui il giudice aveva disposto il non luogo a procedere per mancanza di querela. La vicenda di Giacomo invece si è chiusa martedì, con l’accoglimento della sua proposta risarcitoria che estingue i suoi conti con la giustizia.
Rimane aperto invece il mistero della fonderia. Con i due dipendenti Abu Aboagye Akwasi e Oscar Maggi e con il fratello Alex, Giacomo adesso attende la notifica del 415 bis per l’omicidio e la distruzione del cadavere di Mario Bozzoli. L’inchiesta era stata avocata dalla Procura generale che sta indagando anche per l’avvelenamento di Giuseppe Ghirardini, operaio trovato morto tra i monti di Ponte di Legno a pochi giorni dalla scomparsa dell’imprenditore.