Gessi sparsi nei terreni bresciani 160mila metri cubi da rimuovere

Ordinanza del comune di Lonato nei confronti dei responsabili per togliere lo strato interessato dalle arature

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di Federica Pacella

Ordinanza per rimuovere 160mila metri cubi di terreno su cui sono stati sparsi i gessi da defecazione della Wte. La sta predisponendo il comune di Lonato, dopo l’incontro del 19 maggio tra i legali, il consulente ambientale e l’assessore all’Ecologia Christian Simonetti, durante il quale si è preso atto delle indicazioni di Arpa e Provincia di Brescia. "Si è deciso di procedere all’emanazione di un’ordinanza a carico dei presunti responsabili dello spargimento di fanghi illegali – si legge nella relazione tecnica - per la rimozione dello strato di terreno interessato dalle arature, poiché le attività agricole di aratura, le irrigazioni e le stesse piogge hanno rimescolato in modo indistinguibile i “gessi di defecazione“ con i terreni agricoli". Nell’ipotesi peggiore si ipotizza lo scorticamento di circa 40 ettari per una profondità di 40 centimetri, per un totale massimo di 160mila metri cubi, da caratterizzare e conferire in discarica. Il costo totale ammonterebbe a circa 4 milioni di euro, a carico dei responsabili dell’inquinamento. Il caso Wte esplode esattamente il 24 maggio 2021, quando i Carabinieri Forestali sequestrarono tre capannoni dell’azienda tra Calcinato (dove per anni il Comitato Cittadini ha denunciato odori insopportabili), Calvisano e Quinzano d’Oglio, per lo spargimento su 3mila ettari di campi nel Nord Italia di 150 mila tonnellate (tra il 2018 ed il 2019) di gessi di defecazione non adeguatamente trattati, dove Arpa Brescia ha rilevato valori sopra i limiti per inquinanti come idrocarburi, arsenico, cloruri, solfati. Nel registro degli indagati, è finito il titolare, Giuseppe Giustacchini, con altre 14 persone. Nel Bresciano sono stati coinvolti 31 Comuni, con posizioni differenziate. Roberto Tardani, sindaco di Lonato era stato il primo a firmare un’ordinanza per vietare il raccolto di mais e trinciato, disponendo le analisi. Sia gli esami sulla granella di mais dello “Zooprofilattico“ che le indagini integrative da parte di ATS Brescia hanno dato esito negativo.