Lezioni sulla caccia a scuola: nel Bresciano scoppia la polemica

Gardone, gli armaioli fra i banchi con favole e prede imbalsamate

Un momento della lezione tenuta dai componenti del Consorzio armaioli

Un momento della lezione tenuta dai componenti del Consorzio armaioli

Gardone Valtrompia (Brescia), 11 marzo 2018 - C'era una volta Cappuccetto rosso, sfuggito alle fauci del lupo grazie all’intervento armato del cacciatore, che non sempre recita la parte del cattivo come l’opinione comune sostiene. Così almeno credono in Valtrompia, terra di fucili e tradizioni venatorie, dove la caccia è considerata cosa buona e giusta, da imparare sui banchi di scuola. Tanto che alle Elementari di Gardone e Marcheno da qualche settimana i cacciatori entrano in classe – organizza il Consorzio armaioli – con al seguito cani, volatili imbalsamati e un libro: “Il cacciatore in favola”. Undici storie a cura di tre appassionati della doppietta di Trento, Luca Gottardi, Patrizia Filippi e Daniela Casagrande. Piccole storie che riabilitano il cacciatore in veste di custode della natura, diverso dal bracconiere. Una pubblicazione che, manco a dirlo, ha inorridito gli animalisti, promotori di petizioni a raffica.

«L’obiettivo è fare conoscere ai bimbi la realtà – spiega il presidente del Consorzio Pierangelo Pedersoli – Ovviamente non portiamo in classe le armi. Il cacciatore crea dei giardini in montagna, pulisce sentieri e fossi, tiene in ordine i boschi. E’ una figura positiva. Non siamo né vecchi, né imbecilli. Cacciamo, è vero, ma facciamo prelievi di fauna controllati. E ci occupiamo del contenimento dei cinghiali, la cui espansione è un problema. Gli animalisti siamo noi – decreta Pedersoli – Non chi gira sotto i portici con il cane al guinzaglio e il cappottino».

Basta però lasciare la Valtrompia, enclave di amanti delle uscite domenicali con lo schioppo in spalla, e spostarsi in città per toccare con la mano tra la gente lo sconcerto. «C’è già tanta violenza in giro, ci manca solo che a scuola santifichino chi spara, per carità» sbotta Antonia Adamo. Su una serie di voci raccolte, solo una appare possibilista: «Io ho amici cacciatori che amano il contatto l’ambiente e stop, a volte nemmeno lo usano il fucile», dice Eugenio Falardi.

Comunque sia, le lezioni riscuotono successo. «I bimbi ci seguono con curiosità e le mamme ci ringraziano perché valorizziamo la tradizione. E ci hanno già chiamato dalle scuole di Sarezzo, Polaveno, Lodrino». Anche il sindaco di Gardone, Pierangelo Lancelotti, plaude: «Capisco che per chi non vive da queste parti sia un progetto strano. Ma per noi avere a che fare con un fucile è normale. Arma fa rima con tiro al piattello e sport. La caccia purtroppo con i vincoli in vigore sta diventando di nicchia. Ci toccherà cacciare all’estero».