L’artista Gabriele Picco censurato a Bolzano, rimossa la sua lapide per una nuvola: “Offende la religione”

L’installazione era sotto al grande ginkgo biloba di Palais Campogrande e faceva parte della mostra “Bolzano In Fiore” organizzata insieme al Comune

Brescia – “Offende la religione”. Con queste parole il noto artista bresciano Gabriele Picco si è visto rimuovere la sua installazione "In loving memory of a vanished cloud” (in memoria di una nuvola scomparsa) dalla piazzetta del Palais Campofranco a Bolzano. 

La tomba per una nuvola

La “colpa” dell’opera è quella di essere una lapide: un cippo funerario in granito nero, del tutto simile a quello che si può trovare in un cimitero, con l’unica – determinante – differenza che è intitolato a una nuvola, con tanto di fotografia della cara estinta nel tondino sotto la croce. Per spiegarne il significato, ed evitare – impensabili fino ad oggi – equivoci, accanto all’opera era stato anche sistemato un totem informativo.

“Non è un camposanto”

Tutto inutile. Fin dal suo posizionamento nella prima mattinata, gli esercenti che si affacciano sulla piazzetta e i cittadini che passavano dalla piazza, si sono lamentati. “Questo non è  un camposanto”, “Nessuno ha voglia di mangiare guardando una lapide”, il tenore delle critiche rivolte a Picco e al curatore Marco Nones. 

Bolzano In Fiore

La lapide dell’artista bresciano fa infatti parte di “Bolzano in fiore arte”, mostra collettiva organizzata insieme al Comune di Bolzano, che voleva portare l’arte contemporanea in alcuni suggestivi luoghi della città: per l’evento – che ha inaugurato proprio questa mattina – sono stati invitati 5 artisti italiani.

Il dono della Principessa Sissi

A Picco, diventato famoso anche al grande pubblico nel 2018 per la maxi installazione “Frank il fachiro” (scultura lunga 16 metri, sdraiata su 57mila coni gelato) alla Crociera di San Luca a Brescia, era toccato appunto il Palais Campofranco e in particolare l’aiuola del grande ginkgo biloba donato  dalla Principessa Sissi nel 1899. 

La sua lapide in memoria della nuvola, già esposta l’anno scorso – senza polemiche – a Palazzo Martinengo di Brescia in occasione della sua grande mostra personale, non è stata gradita da alcuni esercenti che affacciano sulla piazza e pure dai cittadini che passeggiavano. Che infatti hanno iniziato a chiedere di rimuoverla. Risultato ottenuto intorno all’1 del pomeriggio, quando un incaricato della proprietà del Palais ha tolto l’opera, riponendola in un non meglio specificato “magazzino”.

“Un omaggio all’effimero”

“La mia opera – spiega Picco – è un omaggio, sognante e surreale, all’effimero. È il tentativo, tramite appunto a una sepoltura simbolica, di consegnare all’eternità una nuvola, che crea incredibili e gigantesche forme nel cielo e in un attimo scompare”.

"Evidentemente – dice ancora l’artista bresciano – la gente non ha un buon rapporto con la morte. Evidentemente è un argomento che non bisogna toccare, se anche un’opera d’arte che affronta il tema in maniera così delicata viene criticata e addirittura tacciata di essere un’offesa alla religione. Cosa che, non solo non è nelle mie intenzioni, ma che l’installazione non fa assolutamente”.