
Gabre Gabric festeggiata nel 2015 per i suoi 101 anni
Brescia, 18 novembre 2020 - Una donna che ha dedicato la sua vita all’atletica, prima con il marito, poi, per quasi mezzo secolo, da vedova, fino a oltre i 90, andando controcorrente rispetto alla tradizionale storia degli atleti che appendono le scarpe al chiodo superata una certa età. Questa era mia nonna, Gabre Gabric. Una mamma che si portava sul campo d’atletica le due figlie. Un’anticipatrice dei tempi, sin da quando, con le sue Pantere grigie, iniziò a diffondere la cultura dello sport per ogni età. Una dirigente di club ed associazioni, una giornalista sportiva, un’atleta che, nonostante le molte primavere alle spalle, partiva in pullman in trasferta e stabiliva nuovi record mondiali. Era questo. Quanto sarebbe riduttivo assegnarle l’etichetta di ‘moglie di Sandro Calvesi’ e, per questo, non dedicarle il nuovo impianto di atletica di San Polino.
Si badi bene: da parte della nostra famiglia non c’è mai stata tale ambizione. Ci siamo limitati ad accogliere con orgoglio la proposta dell’intitolazione da parte dei promotori della petizione. Io nutro ovviamente affetto, era mia nonna. Anche se non lo fosse stata, tuttavia, non conoscerei una persona più adatta di lei, per tutto quello che rappresenta, a cui dedicare il nuovo impianto, soprattutto in un momento storico in cui servono dimostrazioni importanti verso le donne. Altrimenti, le tante belle parole in favore della parità e dell’egualianza rischiano di restare solo retorica. I simboli contano, e Gabre Gabric sarebbe un’emblema che travalica i confini dello sport. Ha avuto il merito di aver dato una vita più lunga all’atletica, ha coinvolto persone di ogni età e lo ha fatto da sola. Ha già ricevuto importanti riconoscimenti, anche il nome nel Famedio. Conoscendola, però, non ci sarebbe per lei un onore più grande che l’intitolazione del campo d’atletica, perché è quello a cui ha dedicato al sua vita. L’Accademia di Svezia ha premiato Marie Curie, nonostante il marito. Sentir dire oggi che una donna non può essere riconosciuta nei meriti (nonostante siano tutti concordi nell’attribuirglieli) perché c’è già lo stadio per il marito significa fare un salto indietro di decenni.
(Testo raccolto da Federica Pacella).