Franciacorta, gli allevatori ascoltano le capre

Il progetto con l’Università di Milano. La sfida: comprendere gli ovini dai suoni che emettono

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di Milla Prandelli

A Rodengo Saiano esiste una cascina dove le capre ascoltano la musica e hanno i loro giocattoli, ma soprattutto dove tramite i versi che emettono possono essere meglio capite dai loro allevatori grazie al progetto Vox Capra, messo in atto con la facoltà di veterinaria del Politecnico di Milano. Questo luogo speciale dove gli animali da allevamento sono cresciuti con tutte le attenzioni e l’amore possibile si chiama Il Colmetto ed è una azienda agricola che si trova nella zona compresa tra Rodengo Saiano e Castegnato, in una bella zona verde, in Franciacorta. "La nostra azienda collabora con il politecnico per cinque progetti – spiega Roberta Agosti, 32 anni, titolare con i fratelli Romina e Ramon – Vox Capra è senz’altro uno di quelli più significativi, perché sta tentando di comprendere il comportamento delle capre, che problemi hanno e cosa loro accade, per esempio se stanno per partorire, dai versi e dai suoni che emettono, che noi naturalmente registriamo. Sono animali speciali, che amano la musica come per esempio la classica o la pop leggera e che amano giocare per esempio con la palla e con tronchi da cui salgono e scendono". Il Colmetto è "un’ oasi felice", come lo definiscono i suoi padroni. Non solo le capre ascoltano la musica, ma i maiali vivono allo stato semibrado. Anche loro hanno giocattoli e persino una piscina di acqua limpida in cui bagnarsi e fare il bagno. "Diversamente da quanto si crede i maiali amano correre e non sono animali sporchi come si potrebbe pensare, anzi – sottolinea Roberta Agosti – da noi si vedono giocare contenti anche loro con la palla come le capre e in una sorta di palestrina antistress fatta con sonagli di plastica. Non solo, hanno anche spazzole con cui strofinarsi appese ai recinti. La nostra idea è dare loro una vita soddisfacente anche se li alleviamo per la filiera della carne". Nella grande cascina di Roberta e dei suoi fratelli ci sono anche asini, tra cui 35 fattrici di asini romagnoli: dei quadrupedi caratteristici con la schiena su cui sembra sia disegnata una croce di Sant’Andrea.

"Asini in via di estinzione sono allevati per un progetto- spiega la loro padrona - non entreranno mai nella filiera della carne perché stiamo contribuendo al loro ripopolamento". In azienda ci sono anche vacche e si producono ortaggi e formaggi. È in funzione anche la ristorazione agrituristica. "La nostra idea è quella di proporci come un’azienda "supermercato a chilometro zero" – conclude Roberta Agosti – non sempre però c’è tutto. La carne si trova quando possiamo macellare una bestia, non prima. Così i salumi. I formaggi ci sono quando le capre danno abbastanza latte e le verdure rincorrono le stagioni".