FEDERICA PACELLA
Cronaca

Forniture “di casa”. Le aziende lombarde accorciano le distanze dopo la pandemia

Per ridurre l’esposizione ai rischi delle interruzioni degli ultimi anni le imprese della regione favoriscono i produttori europei e italiani .

Forniture “di casa”. Le aziende lombarde accorciano le distanze dopo la pandemia
Forniture “di casa”. Le aziende lombarde accorciano le distanze dopo la pandemia

Catena di fornitura più corta per ridurre l’esposizione ai rischi delle interruzioni che si sono sperimentate negli ultimi anni tra pandemia e guerra. Costi e geopolitica ridisegnano la geografia dei fornitori: nel Bresciano, nel 2022 quasi 1 impresa su 2, nel manifatturiero, ha sostituito uno o più fornitori dall’estero, a favore di produttori europei, italiani e lombardi. Uno spaccato utile a capire come si muove il mondo produttivo quello che arriva dal Centro Studi di Confindustria Brescia, che conferma un trend generale di attenzione delle imprese rispetto ai rischi delle filiere globali e alla possibilità di strategie di “near-shoring“ e “friendshoring“ evidenziata anche dall’Indagine Internazionalizzazione 2023 condotta dalle Associazioni Territoriali lombarde del Sistema Confindustria, coordinate da Confindustria Lombardia. L’approfondimento di Confindustria Brescia su 180 imprese manifatturiere bresciane (80% delle quali PMI, che complessivamente fatturano 9,4 miliardi di euro e occupano quasi 18 mila addetti) rileva che quasi il 40% ha poi modificato le proprie catene di fornitura con l’estero (o è in procinto di farlo). Il 54% ha indicato la competitività dei prezzi come motivo del cambio delle catene di fornitura, ma risultano significative anche le scelte compiute in virtù di un minore rischio di fornitura (33%), di una maggiore disponibilità dei prodotti (33%), nonché di una maggiore competitività in termini di qualità e contenuto innovativo dei prodotti (31%). Le analisi, regionale e provinciale, confermano la forte proiezione internazionale dell’imprenditoria lombarda.

Nel 2022 la quota di fatturato realizzata all’estero è salita al 44,2% dal 43,5% nel 2021. Spicca la quota dell’export made in Brescia, che rappresenta il 49,3% del fatturato complessivo con punte del 63,7% tra le realtà di medie dimensioni: ogni azienda è mediamente presente in 24 Paesi esteri, un valore che tende a crescere all’aumentare dalla dimensione degli operatori intervistati (ben 34 Paesi serviti fra le grandi imprese). In crescita il valore delle esportazioni di beni del +27,5% nel 2022 rispetto al 2019, performance più elevata dei benchmark europei come Bayern (+14,2%) e Auvergne-Rhône-Alpes (+13,7%).

L’Europa resta la destinazione principale, mentre per quanto riguarda i Paesi prospect, ossia quelli verso i quali le imprese sono maggiormente interessate a espandersi da qui al 2025, la stabilità geopolitica sembra guidare le strategie di internazionalizzazione per il prossimo futuro. Sintomatico di questa tendenza è il notevole ridimensionamento dell’interesse da parte delle imprese bresciane per Cina e Russia, che erano invece sul podio nel 2021.