REDAZIONE BRESCIA

Formaggi "senza latte"? Ambrosi è favorevole

Uno dei più grandi produttori del Bresciano di Paolo Cittadini

Alcune forme di formaggio

Brescia, 22 luglio 2015 - «Sulla questione della polvere di latte ho letto e ascoltato tante fesserie. Prima di parlare bisogna informarsi». Giuseppe Ambrosi è dalla fine dello scorso novembre il presidente della Camera di commercio di Brescia, ma soprattutto è un imprenditore del settore agroalimentare . Guida un gruppo, quello «Ambrosi» con sede a Castenedolo che opera nella produzione lattiero casearia esportando la propria qualità in tutto il mondo. In più è presidente di Assolatte (l’Associazione delle industrie del settore lattiero caseario). «Ciò che viene permesso anche in Italia è qualcosa che già accade in altri paesi e cioè l’utilizzo di particolari tecnologie per realizzare prodotti che poi finiscono anche sui nostri mercati – spiega Ambrosi – Dire che il formaggio viene prodotto con la polvere è una falsità. Si tratta di latte a cui è stata tolta l’acqua, ma che mantiene inalterati i nutrienti: grassi, proteine e caseina». Ambrosi fa poi un paragone. «Quanti sono i bambini che crescono con il latte in polvere – ricorda – Nessuno per questo fa obbiezioni perché non esistono problemi. Tanti discorsi che ho ascoltato in queste ultime due settimane distorcono la realtà. Sembra che da domani i formaggi italiani si produrranno esclusivamente in laboratori e con la chimica. Non è assolutamente vero».

Mazzano Ambrosi produzione latte burro formaggi

Per Coldiretti ci sarebbero a rischio centinaia di produzioni italiane. «Non è assolutamente vero – risponde Ambrosi – Nessuna Dop può essere fatta con polvere di latte. Questo deve essere ben chiaro. Si tratta di produzioni che già arrivano nei nostri supermercati e sulle nostre tavole da altri paesi che attraverso queste tecnologie sono in grado di essere più competitivi rispetto a noi». Fondamentale è che sulle confezioni sia indicato chiaramente come è stato prodotto il formaggio. «Su questo sono d’accordissimo anche io – sottolinea Ambrosi – Un conto è la trasparenza, un conto raccontare cose che non stanno né in cielo né in terra. Sono favorevole che anche sui prodotti provenienti dall’estero dia evidenziata la presenza di polvere di latte. Il consumatore deve sapere e poi scegliere. L’impostante è non raccontare che i formaggi si faranno “sintetici“. Questa sarebbe una falsità».

La qualità dei formaggi italiani non è dunque a rischio. «Ma quando mai – commenta Ambrosi – siamo noi produttori i primi a volere mantenere inalterata la qualità. È quello che ci differenzia da tutti gli altri. Questo però non vuol dire che alla tradizione non si possa affiancare l’innovazione. I nostri concorrenti stranieri già lo fanno. Siamo all’interno di un contesto come quello della Comunità Europea che ha delle regole che vanno rispettate e questo ne è un esempio. Abbiamo costi decisamente superiori rispetto agli altri imprenditori europei perché lo acquistiamo dai produttori locali. Attaccare l’industria casearia come qualcuno ha fatto è controproducente, il rischio è quello di rallentare la crescita e mettere in difficoltà le piccole realtà».

(1 - continua)