FEDERICA PACELLA
Cronaca

Fase 2, a Brescia le scorte di mascherine sono finite: "Le pretendiamo"

Clara Mottinelli (Federfarma): l’intoppo sono le certificazioni che arrivano col contagocce I clienti se la prendono con noi

Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia, non nasconde la sua rabbia

Brescia, 9 maggio 2020 - «Ci diano queste mascherine, è inutile fare proclami: da lunedì c’è stata la parziale riapertura e ancora non abbiamo notizie di quando ci arriveranno". Non nasconde la sua rabbia Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia. La riapertura progressiva partita il 4 maggio, infatti, si regge sul presupposto che ciascuno debba limitare la diffusione del virus anche attraverso l’uso di dispositivi di protezione individuale. Tuttavia, delle annunciate mascherine a 50 centesimi, i farmacisti bresciani non hanno visto ancora l’ombra.

«Le scorte che avevamo in casa le abbiamo finite – sottolinea Mottinelli –, è un presidio medico che va applicato, noi siamo disperati e le persone se la prendono con noi come se noi non volessimo venderle". L’intoppo è la certificazione che le mascherine di importazione devono avere prima di essere immesse sul mercato. "Le domande sono tante e l’Iss, che deve rilasciare le certificazioni per le chirurgiche, va avanti col contagocce e così non arrivano nel canale distributivo. Faccio un appello veramente forte: pretendiamo le mascherine".

Anche sul tetto dei 50 centesimi rischiano di sorgere dei problemi. "Chiariamo – sottolinea Mottinelli – che non sono 50 centesimi, ma 61, perché, nonostante gli annunci, l’Iva non è ancora stata tolta. Se consideriamo che il prezzo medio a livello europeo è di 1,10 euro, mi viene da chiedere se i produttori esteri preferiranno venderle a noi o ad altri Stati europei. Temo che questo problema emergerà presto".

Il punto, comunque, ora è sbloccare la distribuzione di quelle che già ci sono. "I farmacisti – aggiunge Mottinelli – in queste settimane hanno fatto i salti mortali, non abbiamo mai chiuso, ci siamo attivati per la consegna delle bombole di ossigeno, molti colleghi si sono ammalati o sono morti. Ho anche dato l’indicazione di vendere le mascherine che si avevano in casa a 50 centesimi, nonostante le avessimo pagate il doppio. La nostra parte l’abbiamo sempre fatta. Adesso pretendiamo di avere questi dispositivi da dare alle persone".