BEATRICE RASPA
Cronaca

False aziende per assumere (per finta) muratori e operai: undici persone arrestate

Sono 93 gli indagati nell’inchiesta bresciana su una serie di società fasulle. La truffa allo Stato ammonterebbe a 250 mila euro

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Brescia – Novantatré indagati e undici arrestati. E una truffa da 250mila euro ai danni dello Stato, percepiti illecitamente. Sono i numeri di un’operazione della Finanza di Clusone (Bergamo) che ha acceso i riflettori su una presunta associazione a delinquere finalizzata all’illecita regolarizzazione degli stranieri e all’indebita percezione di prestazioni di enti previdenziali e assistenziali. L’inchiesta, condotta dalla pm della Procura di Brescia Erica Battaglia, è nata sulla scorta di una serie di irregolarità scoperte dai Finanzieri della Tenenza bergamasca durante alcuni controlli ordinari.

Quattro persone sono finite in cella: si tratta del cinquantunenne di Brescia Alberto Bonaglia e della moglie thailandese Somsri Khansai, della connazionale Somporn Phetnok, e del pakistano Bilad Ahmad. Sei invece ai domiciliari: Domenico Oliva di Brandico (destinatario del carcere ma “graziato” in quanto ultrasettantenne), Riccardo Giangrasso di Brescia, l’albanese Ylli Bejtja, il pakistano Mehmood Ahmed, il senegalese Samba Diouf. All’appello, inoltre, manca un sessantaquattrenne di Capriolo, al momento irreperibile. Uno degli arrestati invece – Gianmaria Cometti, detto “Il vecchio”, di Bedizzole – è sottoposto a obbligo di dimora.

Stando all’ipotesi accusatoria Bonaglia, presunto promotore e organizzatore del sistema fraudolento architettato tutto a Brescia, con la complicità della moglie e degli altri sodali avrebbe perseguito il "progetto criminoso in modo continuativo e sistematico, procedendo all’apertura e alla chiusura di imprese al chiaro fine di mantenere in attività l’associazione e depistare i controlli", scrive il gip nell’ordinanza.

Il gruppo infatti avrebbe costituito almeno otto aziende fasulle, quasi tutte nel settore dell’edilizia, strumentali alla sottoscrizione di contratti di lavoro a beneficio di 93 stranieri – un terzo residenti in provincia di Bergamo, i restanti nel Bresciano – muratori oppure operai sulla carta, che così potevano ottenere permessi di soggiorno, rinnovi degli stessi nonché sussidi non spettanti quali l’assegno del Fondo di integrazione sociale (Fis) e la Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi). L’accesso al ‘servizio’ costava loro dai 150 ai 500 euro in contanti, a seconda della complessità della pratica. Il tutto, pare, all’insaputa dei funzionari pubblici indotti in errore dalla falsa documentazione. La truffa ammonterebbe a 250mila euro.