Brescia, “veleni cancerogeni nella falda acquifera”: scatta l’esposto in Procura. C’è una “nuova Caffaro”

Lo ha presentato Legambiente che si chiede perché sia stato dato l’ok all’impianto. “Nonostante il parere di Arpa è stata concessa l’autorizzazione. La salute è in pericolo”

Una vista aerea della Caffaro, il sito industriale che attende da tempo di essere bonificato per rimarginare una delle più grandi ferite ambientali

Una vista aerea della Caffaro, il sito industriale che attende da tempo di essere bonificato per rimarginare una delle più grandi ferite ambientali

Dopo le analisi Arpa che hanno evidenziato la presenza di veleni anche fuori dallo stabilimento Finchimica, sul caso scatta l’esposto in Procura. Lo ha presentato Legambiente Lombardia, attivata dal circolo Legambiente Valle dell’Oglio presieduto da Franco Ferrandi, per chiedere alle autorità giudiziarie di verificare eventuali responsabilità penali dei dirigenti e funzionari che, a diverso titolo, sono intervenuti nei procedimenti autorizzativi del nuovo impianto per la produzione di erbicidi con fungicida Am29 da parte della Finchimica di Manerbio.

"La falda acquifera a valle dello stabilimento della Finchimica è contaminata da Spiroketal, sostanza potenzialmente cancerogena e genotossica – spiega l’associazione –. Questo composto è un intermedio del nuovo ciclo di processo dell’impianto Am29, recentemente avviato e autorizzato dalla Provincia. Nonostante il parere dell’Arpa sulla Via evidenziasse carenze e criticità, l’autorizzazione per l’impianto è stata concessa. Le osservazioni tecniche dei cittadini, che puntualmente hanno indicato tutte le carenze dello studio, sono state ignorate. Inoltre, la relazione della visita ispettiva Aia condotta dall’Arpa all’interno dell’azienda ha accertato numerose criticità e violazioni. Legambiente chiede come sia stato possibile autorizzare un impianto con tali rischi per la salute pubblica".

Da qui la decisione di rivolgersi al Tribunale, per verificare eventuali responsabilità nell’autorizzazione, ma anche per accertare la legittimità dei test sperimentali condotti dall’azienda e chiarire come mai questo principio attivo sia finito subito in falda, anche fuori dallo stabilimento, nonostante il brevissimo tempo intercorso dall’inizio della produzione. "La produzione dell’impianto Am29 di Finchimica deve essere fermata", afferma Ferrandi, mentre Paola Pollini, consigliera regionale M5s, presidente della commissione regionale antimafia, parla di una "nuova Caffaro" e chiede a Regione di mettere in campo un’analisi epidemiologica della popolazione residente, oltre al ritiro di tutte le autorizzazioni.