Evasione continua, batosta giudiziaria per nove “comprimari“

Condanne da 4 a 8 anni anche più elevate rispetto alle richieste del pm

Batosta giudiziaria per nove imputati del filone dibattimentale di “Evasione continua“, inchiesta del pm Claudia Passalacqua e della Finanza che nel febbraio 2020 aveva fatto finire in manette 23 persone e sotto indagine 86, tra cui commercialisti, avvocati, consulenti, imprenditori per, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata alla frode, all’evasione e al riciclaggio.

I presunti boss del sodalizio, la commercialista di Brescia Stefania Franzoni e il consulente Sergio Monteleone, erano già stati condannati in abbreviato a 8 anni e ora affrontano il processo d’appello. Ieri invece i giudici della 2ª sezione penale hanno emesso il verdetto di primo grado per i presunti comprimari, che per l’accusa avrebbero partecipato alla “fabbrica dell’evasione“: fatture false, società cartiere e montagne di crediti falsi, certificati dai professionisti come reali e ceduti indebitamente in compensazione a imprenditori desiderosi di evadere le tasse.

Unici assolti l’avvocato napoletano Francesco Alimonda e Giuseppe Gorini (il pm aveva chiesto 6 anni). Condannato a 8,4 anni l’avvocato Roberto Golda Perini (la procura ne voleva 10) a 4,9 l’ex consigliere comunale leghista di Brescia Alessandro Bizzarro, a 6,8 la segretaria di studio di Franzoni Elena Cancarini (chiesti 2,5) e a 4,8 il collaboratore Andrea Giovita (chiesti 5); 5,3 anni a Pietro Rossini e Patrizia Bilacchi, 6,4 a Pierantonio Prior, 5 a Jelena Pajovic, 4,11 ad Attone Rizzi. Stando a chi indaga, il business ha creato guadagni illeciti per oltre 80 milioni.