FEDERICA PACELLA
Cronaca

Boom di ecoreati in Lombardia, Legambiente: “Territorio saccheggiato”

Il business delle organizzazioni criminali nella regione più ricca d’Italia. Cemento e rifiuti i filoni più redditizi per i clan, come emerge dal trentesimo rapporto di Legambiente

Legambiente lancia l'allarme: nel 2023 c'è stata un'impennata delle ecomafie. Ogni ora 4 illeciti

Milano, 13 luglio 2024 – Una media di cinque reati al giorno ai danni dell’ambiente: così la Lombardia è la prima regione del Nord in quasi tutte le filiere della criminalità ambientale. Secondo il nuovo rapporto (il trentesimo) Ecomafia 2024 di Legambiente, nel 2023 sono stati 1974 i reati registrati in Lombardia. Il dossier mette insieme i numeri che fotografano l’aggressione criminale all’ambiente sulla base dei dati forniti dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto. In questi dati si sommano i reati accertati, le persone denunciate, le persone arrestate e i sequestri effettuati in un anno nel ciclo del cemento e in quello dei rifiuti, nella cosiddetta archeomafia, nel campo degli animali e sul fronte degli incendi boschivi.

Qual è la fotografia che ne emerge? La Lombardia svetta tra le regioni del Nord con 1.974 reati (in calo rispetto alle 2.141 infrazioni del 2022), 1.907 persone denunciate, 49 arrestati e 554 sequestri. Tra le province, quella di Brescia si conferma al primo posto con ben 304 reati, 331 persone denunciate (ma nessun arrestato). Segue Milano con 147 reati, Bergamo con 144. Brescia è al primo posto in Lombardia sia per i reati commessi nel ciclo del cemento che dei rifiuti. Quest’ultimo contempla alcuni tra reati più pericolosi e redditizi commessi dalla criminalità ambientale: anziché essere gestiti secondo le norme, cioè nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica, i rifiuti vengono trattati in maniera irregolare, causando gravi rischi per gli ecosistemi (aria, falde acquifere, fiumi, coltivazioni). Le reti ecocriminali attive in questo settore sono molto articolate, di solito ne fanno parte imprenditori e manager d’azienda, broker, faccendieri, amministratori locali e tecnici senza scrupoli. Una sorta di Rifiuti Spa che conta su pratiche collaudate di corruzione, frode ed evasione fiscale, attiva su tutto il territorio nazionale.

Una colata di cemento senza fine

Non meno deleterio l’impatto della criminalità nel ciclo del cemento, che implica l’abusivismo edilizio, una piaga che, tra costruzioni ex novo e ampliamenti significativi, produce migliaia di case ogni anno. È un fenomeno che devasta i luoghi più belli del Paese, manufatti che spesso rimangono allo stato incompiuto di scheletri, villette e alberghi che privatizzano interi pezzi di spiaggia, che sorgono in mezzo ai letti dei fiumi o in aree a rischio idrogeologico. E che si lega a doppio filo alle cave fuorilegge, alla movimentazione terra e al calcestruzzo e alle imprese dei clan. Al terzo posto dei reati ambientali c’è tutta la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti): un settore criminale che trae profitto dall’organizzazione, gestione e controllo di attività illegali che hanno al centro lo sfruttamento degli animali selvatici e domestici, un fenomeno diffuso dal Nord al Sud del nostro Paese, isole comprese, per un giro d’affari stimato in tre miliardi di euro all’anno. Anche in questo caso Brescia è al primo posto in Lombardia, al quindicesimo in Italia.