REDAZIONE BRESCIA

Disabile truffato dai falsi amici: acquistati a suo nome 7 cellulari

Dopo averlo convinto ad aprire un conto corrente gli hanno addebitato spese per 3mila euro

Nuova udienza ieri davati al giudice Mauroernesto Macca per il presunto raggiro di un giovane con problemi mentali – Carlo, nome di fantasia - del quale due coetanei si sarebbero approfittati per convincerlo a fornire i documenti, comprare smartphone a raffica su un conto fittizio e non pagare. Imputati di circonvenzione di incapace, appunto due ragazzi tra i venti e i trent’anni di Borgosatollo. I fatti risalgono alle fine del 2016. La vittima, invalida al 70 per cento, all’epoca era ventenne e viveva con la famiglia nello stesso paese degli imputati. Stando all’accusa, i finti amici avrebbero usato la sua identità per comprare sette telefoni, Galaxy e Iphone di ultima generazione. Sistema: attivare contratti a nome del giovane e spingerlo ad aprire un conto corrente ad hoc presso Ubi Banca, subito chiuso. Il saldo delle spese pazze arrivò qualche mese più tardi al padre di Carlo, che si trovò nella cassetta delle lettera una fattura di tremila euro intestata al figlio adottivo. In un mobile, vennero alla luce anche una serie di schede Sim, ma della presenza di telefoni, nessuna traccia. Ieri in aula è stata ascoltata la psichiatra che per un periodo ha avuto in cura il ragazzo presso un Cps del territorio. "Nel 2005 gli somministrammo un test che rilevò un lieve ritardo mentale – ha riferito la dottoressa Francesca Bonera, portata dagli avvocati Federico Letinic e Alessandro Magoni, di parte civile – Mostrava delle fragilità, un appiattimento emotivo e affettivo. Non abbiamo mai riscontrato problemi dissociativi ma certamente suggestionabilità. Carlo molto manipolabile, si faceva convincere e trascinare con facilità da chi aveva a fianco. Nel 2016 iniziammo a somministrargli una terapia farmacologica per stabilizzare l’umore ma in certi periodi non la rispettava.

Nel 2018, quando il padre ci riferì che aveva difficoltà a gestire e a capire il valore del denaro, gli consigliammo di avviare le pratiche per un amministratore di sostegno". La scorsa udienza, il ventenne aveva riconosciuto gli imputati: "Erano miei amici. Mi avevano chiesto un favore e io ho accettato per gentilezza, senza farmi domande. Volevano il documento, l’hanno usato per comprare sette telefoni, di cui hanno pagato solo un anticipo di sei euro. Uno mi ha anche portato in banca perché voleva che aprissi un conto".