FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, attacco al depuratore del Garda: “Fermiamo il progetto. È uno spreco di soldi”

La richiesta arriva per la prima volta da tre esponenti di Fratelli d’Italia. Il partito è parte della maggioranza che amministra Comune e Provincia

Progetto del depuratore sul Lago del Garda

Progetto del depuratore sul Lago del Garda

“Sul progetto del depuratore del Garda si rischia uno spreco di risorse: è arrivato il momento di una riflessione adeguata e approfondita per avviare un nuovo progetto". La dichiarazione congiunta arriva da tre esponenti bresciani di Fratelli d’Italia, partito che fa parte della maggioranza delle tre istituzioni coinvolte, a vario titolo, nell’opera: l’onorevole Cristina Almici, il consigliere regionale Giorgio Bontempi e il consigliere provinciale Gianpaolo Natali.

Un segnale politico che conferma il nuovo corso che ha preso la vicenda del depuratore. Per ora il progetto bresciano che prevede il doppio impianto a Gavardo e Montichiari è bloccato: Acque Bresciane, che doveva dare il via alla gara come da indicazioni del commissario (il prefetto Maria Rosaria Laganà), da giovedì è senza presidente dopo le dimissioni di Gianluca Delbarba.

Cosa succederà ora? Cosa farà il commissario straordinario? In attesa di risposte, il dibattito si scalda non solo tra Garda e Chiese, ma anche tra le due sponde del lago, visto che a Verona sono già in corso i lavori per il rifacimento del collettore. Proprio le parole usate da Angelo Cresco, presidente di Azienda Gardesana Servizi sulle vicende bresciane ("mi sembra una lotta tra bande") e della presidente della comunità del Garda Maria Stella Gelmini ("si mette a rischio la tutela del patrimonio idrico gardesano" per il rischio di rottura della sublacuale) hanno innescato le reazioni di FdI e attivisti.

"Non c’è nessuna bomba ecologica, come dimostrato dagli interventi commissionati dalla stessa Acque Bresciane", ribattono Almici, Bontempi e Natali. Per questo, sarebbe ingiustificata una spesa di almeno 220 milioni, di cui 160 a carico dei contribuenti. b

"Ci stupiscono i toni offensivi verso la legittima protesta e le azioni politiche bresciane da parte di chi riveste ruoli istituzionali – commenta Filippo Grumi, Comitato Gaia Gavardo, in riferimento a Cresco -. Tornare indietro rispetto al progetto di Gavardo e Montichiari? Si può, non sarebbe un salto nel buio: c’è l’opzione Peschiera, oppure quella di Esenta di Lonato, su cui si stava ragionando prima della nomina del commissario".