La denuncia alle Iene: "Vittima di una baby gang". Incendiato il suo bar a Ghedi

Yuri Colosio racconta nel programma Tv di aver subito diversi atti di bullismo. E poco dopo si ritrova il locale in fiamme

Yuri Colosio a Le Iene e il suo locale dato alle fiamme

Yuri Colosio a Le Iene e il suo locale dato alle fiamme

Ghedi (Brescia), 17 febbraio 2022 - Racconta pubblicamente di essere preso di mira da una baby gang e si ritrova il locale incendiato. E' acacduto a Ghedi, nella tarda serata di ieri, quando un bar è stato dato alle fiamme. Si tratta del locale di Yuri Colosio, 27 anni, che, proprio nel corso della puntata della trasmissione "Le Iene", andata in onda  ieri sera, aveva raccontato di essere vittima di bullismo da parte di una baby gang locale.

"Appena finito il servizio delle Iene questo è il risultato e l'ennesimo sopruso che dobbiamo affrontare. A questo punto anche combattere per il diritto al lavoro diventa difficile", ha scritto sui social Colosio mostrando le foto del suo locale, il MiVida, danneggiato. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

Nella fattispecie, secondo la denuncia si tratterebbe di ragazzi armati di machete - “Vanno in giro armati, con i machete. Io in sei mesi ho preso una bottigliata e tre coltelli alla gola. Sono una baby gang organizzata. Sono sempre in gruppo, se gli rispondi è finita, ti saltano addosso tutti insieme. Hanno 18-20 anni e ci sono un paio di minorenni. Girano sempre con il passamontagna”, aveva raccontato a "Le Iene" Yuri Colosio nel filmato denuncia andato in onda su Italia 1.

Sempre Yuri Colosio parlando di un componente della baby gang ha raccontato: “A settembre nel mio locale ha buttato una ragazza su un divanetto, il mio buttafuori ha visto la scena e lo ha allontanato. Questo ragazzo ha estratto il telefono e l’ha usato per dargli un pugno. Gli hanno dato nove punti: aveva la faccia piena di sangue. Sono intervenuto, lui è scappato ed è tornato dopo 5 minuti con un coltello che mi ha puntato in faccia, dicendomi: vieni qua che ti apro in due”.

Sulla vicenda del MiVida è intervenuto anche il sindaco di Ghedi, Federico Casali: “Posso dire che sia le forze dell’ordine che la Polizia Locale sono sul pezzo. Le indagini sono in corso da un po’ di tempo. Per quel che riguarda il nostro Comune, cerchiamo di tenere alta la guardia e monitorare la situazione in stretta collaborazione con le forze dell’ordine. Ribadisco che la situazione era già nota e che procede il lavoro investigativo che è già stato avviato. Dobbiamo tener presente che le forze dell’ordine svolgono il compito di far rispettare le leggi e loro stessi devono eseguire questa attività nel pieno rispetto delle normative. Non possono intervenire con provvedimenti restrittivi davanti a voci o messaggi social, ma sono obbligati a verificare l’esistenza di un reato. Detto questo, ribadisco che le forze dell’ordine stanno seguendo con impegno questa che è una situazione che non riguarda solo il territorio di Ghedi, ma rappresenta un fenomeno che si sta verificando in diverse realtà e non solo a livello locale, ma anche nazionale. Servirebbe un’analisi approfondita della questione, coinvolgendo temi come il disagio giovanile, l’educazione famigliare e il sostegno psicologico che dev’essere dato a questi giovani e giovanissimi. Un progetto che dev’essere messo in campo in tempi brevi e con efficacia, anche perché il problema è diffuso”.