
L'eloquente risultato dell'opera di restauro sull'edificio sacro intitolato a S. Stefano
Bedizzole (Brescia) - A Bedizzole la facciata della chiesa di S. Stefano, ritenuta a buon diritto una delle più belle in provincia di Brescia, è stata riportata al suo splendore originario. Un intervento di restauro, che si è rivelato lungo ed impegnativo, che è stato voluto dal parroco, don Franco Dagani, ed è stato affidato alle capaci mani dello staff del quotato restauratore bresciano Leonardo Gatti, che ha operato costantemente in stretto contatto con l’ufficio beni culturali della Curia e la Soprintendenza di Brescia, che ha seguito direttamente i lavori con l’architetto Annamaria Bassobert.
Il progetto iniziale è stato eseguito dall’architetto Barbara Scala, mentre la direzione dei lavori è stata curata dall’architetto Raffaella Giaretta. Un’opera molto onerosa (si parla di oltre 250.000 euro), che è stata resa possibile grazie ai benefici collegati al “bonus facciate”. In questo senso la Parrocchia di Bedizzole ha potuto accedere ad un credito fiscale che si è trasformato in uno sconto in fattura del 90%, con la preziosa opportunità che gli oneri posti a carico dell’ente medesimo per un intervento così costoso sono stati ridotti solo al 10% della cifra effettiva. Adesso che l’importante lavoro è terminato sono in molti che vogliono tornare ad ammirare in tutta la sua bellezza la facciata della Parrocchiale che sarà benedetta e presentata a tutta la comunità bedizzolese (e non solo) domenica 8 maggio in concomitanza con la festa dei patroni, i santi martiri Ermolao e Acacio. L’atteso appuntamento è fissato alle 18.30, quando si terrà una solenne celebrazione che sarà presieduta dal Vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada. Sarà quello il momento nel quale non solo gli abitanti della cittadina in provincia di Brescia, ma, più in generale, tutti gli appassionati arte sacra, dopo i lunghi mesi del restauro, potranno tornare a rivedere, restituita a tutto il suo fascino, la facciata della Chiesa di S. Stefano che è stata realizzata tra il 1.750 e il 1.754 per volontà dell’arciprete dell’epoca, don Lelio Emigli.
L’intervento, a livello tecnico, viene sintetizzato dal restauratore Leonardo Gatti: “Il lavoro si è presentato molto complesso sin dall’inizio. La facciata, infatti, si trovava in uno stato di degrado piuttosto avanzato. Nel corso degli anni è già stata sottoposta ad alcuni interventi di restauro, l’ultimo dei quali nella seconda metà del secolo scorso, ma l’attenta analisi che abbiamo effettuato ha permesso di rilevare problemi significativi, che sono riemersi in modo evidente ed hanno messo in luce pericolosi sollevamenti e distacchi anche estesi di porzioni d’intonaco e pezzi di cornicione. Una situazione tale da mettere a repentaglio anche la sicurezza delle persone che si trovavano a transitare. Abbiamo eseguito il lavaggio di tutte le superfici, staccato tutti i pezzi pericolanti e fissato e ricostruito le porzioni d’intonaco e i pezzi di cornicione mancanti. In seguito siamo passati alla pulitura delle statue, del portale in marmo e alla disincrostazione dei capitelli del secondo ordine, già più volte sottoposti a tentativi di pulitura durante i vecchi restauri, ma senza alcun risultato degno di nota”. L’effetto di questo restauro, invece, è sotto gli occhi di tutti…