Le conseguenze del Covid (grave): studio sui "sopravvissuti" alla terapia intensiva

Brescia, in campo Università, Spedali civili e Fondazione Bono

Lo studio sui pazienti che hanno affrontato la terapia intensiva

Lo studio sui pazienti che hanno affrontato la terapia intensiva

Brescia, 20 ottobre 2020 - Conseguenze fisiche, psicologiche, addirittura perdita di capacità cognitive, dopo il ricovero in terapia intensiva. Università degli studi di Brescia, Asst Spedali Civili e Fondazione Alessandra Bono accendono i riflettori sull’“outcome” a lungo termine nei pazienti che sopravvivono alla malattia critica, dando il via al Centro di ricerca LOTO (LOng Term Outcome). Il Centro trae le sue origini dal progetto ‘La vita dopo la terapia intensiva’, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Alessandra Bono e l’Asst Spedali Civili di Brescia: un programma di follow up clinico la cui missione è di accogliere e supportare il bisogno di cura dei pazienti sopravvissuti alla terapia intensiva.

"I pazienti dimessi – spiega Nicola Latronico, direttore Unità operativa di Anestesia e Rianimazione 2 del Civile, nonché responsabile del progetto – sono soggetti a disabilità residue e complicanze, come la perdita di massa e forza muscolare, complicanze neuro-psicologiche, dolore e altre condizioni patologiche che possono persistere per mesi, anni e forse indefinitamente dopo la dimissione. Per questa ragione è importante identificare i soggetti a rischio e predisporre tutte le misure idonee a ridurre rischi e complicanze gravi e a lungo termine. Le cause di tali complicanze sono spesso sconosciute e non sono disponibili trattamenti specifici per la loro prevenzione o la cura: la necessità della ricerca nel settore rappresenta quindi una priorità assoluta".

Reso possibile grazie alla donazione di 300mila euro a favore dell’ospedale bresciano, il progetto “La vita dopo la terapia intensiva” della durata di cinque anni, seguito da Latronico punta ad accogliere e supportare il bisogno di cura dei pazienti sopravvissuti alla Terapia Intensiva. In sinergia con il progetto clinico dell’Asst Spedali civili, il Centro di ricerca universitario promuoverà la ricerca sulla sindrome e la formazione di personale sanitario e studenti, con l’istituzione di borse di studio ‘Alessandra Bono’ per gli studenti coinvolti nell’ambulatorio di follow-up e, una volta realizzato, del Centro LOTO. "Questo centro – spiega il rettore Maurizio Tira – tratta in generale di malattie post-traumatiche, ma è innegabile che in questo contesto è un impegno per chi sta soffrendo le conseguenze post-Covid". Il protocollo prevede che i pazienti siano seguiti già a partire dai 3 mesi dalla dimissione e per un periodo fino a 5 anni. Al progetto è arrivato anche il plauso del direttore generale del Civile Massimo Lombardo e di Laura Ferrari per la Fondazione Bono.