Corte Franca, oltre trenta colpi sparati a raffica: "In 20 minuti poteva fare una strage"

Il folle tiro al bersaglio: il bambino di 22 mesi raggiunto al torace da un proiettile è fuori pericolo

Il cartello colpito da proiettili e la casa dove abita il bambino ferito

Il cartello colpito da proiettili e la casa dove abita il bambino ferito

Corte Franca (Brescia) -  La notizia che tutti speravano di ricevere è arrivata ieri dall’ospedale Papa Giovanni di Bergamo: Yussef (nome di fantasia) il bimbo di 22 mesi ferito la sera di Ferragosto da un proiettile vagante esploso durante un tiro al bersaglio organizzato contro cartelli e pali dell’illuminazione, ce la farà. È stato estubato e a breve uscirà dalla Terapia intensiva. Un miracolo che alleggerisce gli animi di chi vive tra via Gallo e via Provinciale a Corte Franca, al confine con Torbiato di Adro, sconvolti da questa storia inaudita in cui rischiava di esserci un morto. Yussef è il quarto figlio di una famiglia del Marocco che vive in una palazzina rossa a trenta metri dalla casa di Andrea Franzosi, sull’altro lato della strada.

Anche ieri serrande sempre abbassate, nessuna risposta al campanello. Esce un vicino: "La mamma e il papà sono in ospedale dalla mattina alla sera – spiega –. Bravissima gente. L’altra sera il padre disperato aveva chiesto aiuto a noi per chiamare l’ambulanza. Era convinto glielo avesse ammazzato, il bimbo. Sono felice che sia salvo. E dire che qui in molti ce l’hanno con i marocchini. Invece a sparare è stato quello là – indica, allungando il braccio verso la casa della guardia giurata –: italianissimo". Il riferimento è al 46enne, appunto, ora indagato per più reati. Ma la situazione è fluida, le indagini continuano per cristallizzare ogni aspetto e responsabilità. Padre di due figli nati da un precedente matrimonio e di due bimbe avute dall’ultima moglie, Franzosi ha prestato servizio presso vari istituti di vigilanza. Mondialpol, G4, e ora Corpo Vigili dell’Ordine di Roncadelle, impiego che alterna all’attività di allevatore di gatti di razza. Chi ha lavorato con lui lo descrive come un attaccabrighe. La suocera però, l’unica che si è affacciata dalla villetta con alle spalle un ampio spazio verde sorvegliato da un pastore tedesco che trotterella tra fichi e ciliegi, garantisce che il genero è tranquillo e non farebbe male a una mosca. Stando a quanto la guardia ha dichiarato ad inquirenti e investigatori, ha organizzato lui quel finale di 15 agosto festeggiato con amici e parenti. Una versione che dovrà essere riscontrata dagli accertamenti in corso.

Con un amico 41enne e un ragazzo di 19 anni - il fidanzato della figlia della moglie - è uscito in strada con due fucili e una pistola (tutti suoi, e sequestrati con una seconda pistola). Dopo i colpi sparati a raffica, un proiettile che si ritiene esploso dalla pistola impugnata dal 46enne ha raggiunto Yussef, che era sul balcone. Ieri la Scientifica ha repertato in un fosso una dozzina di cartucce calibro 12, esito degli spari dei fucili. Altri colpi - circa una ventina, anche calibro 9 - sono stati recuperati nell’abitazione. A toglierli dalla pubblica via sarebbe stata la moglie - lo ha ammesso lei stessa - con una parente, le cui posizioni sono al vaglio.