Corte Franca, torna a casa il bimbo colpito dal proiettile di rimbalzo

Il tempestivo intervento chirurgico gli ha salvato la vita e dopo dieci giorni è stato dimesso. Il colpo sparato dalla guardia giurata che mirava ai cartelli stradali

Il cartello stradale “bersaglio” dei proiettili

Il cartello stradale “bersaglio” dei proiettili

Corte Franca (Brescia) - ​Dieci giorni trascorsi in ospedale, di cui i primi in terapia intensiva. La prima notte, addirittura, quella tra il 15 e il 16 agosto, intubato. E adesso, finalmente, la bella notizia: il piccolo Yussef - nome di fantasia - il bimbo di un anno e dieci mesi ferito a Ferragosto da un proiettile vagante esploso dalla strada per un folle tiro a segno organizzato dal vicino, è tornato finalmente a casa. A riabbracciarlo c’erano i genitori, il fratello maggiore, gli zii, i cugini.

Il bambino sta bene , ma ci vorrà tempo perché si riprenda del tutto e si possa considerare del tutto superato l’accaduto non solo dal punto di vista fisico. Idem i suoi famigliari, come lui originari del Marocco, per giorni con il fiato sospeso, chiusi nel riserbo e nello sconcerto per la situazione che si sono trovati ad affrontare. Ovvero, il dirimpettaio residente a una trentina di metri – Andrea Franzosi, guardia giurata 46enne – la sera dello scorso 15 agosto ha trasformato l’incrocio tra via Gallo e via Provinciale in un poligono: con due amici si è messo a sparare a raffica contro i cartelli stradali e i pali della luce.

Un colpo esploso pare dalla pistola calibro 9 da lui impugnata ha deviato la traiettoria, ha raggiunto la palazzina rossa che sorge sul lato opposto della strada e ha centrato in pieno petto Yussef, uscito sul balcone per i continui botti provenienti dall’esterno. Il proiettile gli ha lesionato un polmone ma i medici dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo con un tempestivo intervento chirurgico gli hanno salvato la vita.

Franzosi davanti al pm Benedetta Callea si è assunto tutta la responsabilità della bravata. Ha chiesto scusa alla famiglia del piccolo, si è dichiarato fortemente costernato e in ansia per le sue condizioni. L’uomo - ora indagato per lesioni gravissime, esplosioni pericolose e danneggiamenti - avrebbe coinvolto nella prova delle armi da lui regolarmente detenute – due pistole e due fucili, finiti sotto sequestro – appunto un amico di 41 anni e il fidanzato della figlia della moglie, un giovane di 19 anni.

I due – che invece rispondono di esplosioni pericolose, danneggiamenti e porto abusivo d’arma – avrebbero sparato con due fucili calibro 12 contro il palo dell’illuminazione. Le indagini nel frattempo continuano per appurare da quale arma sia effettivamente partito il colpo potenzialmente mortale per il piccolo Yussef e quante volte sia stato pemuto il grilletto.

Il magistrato ha conferito l’incarico per eseguire la consulenza balistica all’ex tenente colonnello del Ris Emanuele Paniz, attuale direttore del Banco nazionale di prova delle armi da fuoco di Gardone Valtrompia. Rimane al vaglio la posizione della moglie di Franzosi, che avrebbe fatto sparire dalla strada alcuni bossoli.