Coronavirus, al Civile di Brescia nasce il super ospedale

Niente struttura da campo, ma potenziamento del nosocomio: la decisione del governatore Fontana dopo la relazione dei tecnici

Attilio Fontana e Simona Tironi

Attilio Fontana e Simona Tironi

Brescia, 3 aprile 2020 - Un super ospedale a Brescia, ma niente struttura da “campo“ come a Bergamo o in fiera come a Milano. È il progetto a cui sta lavorando il governatore della Lombardia Attilio Fontana assieme ai suoi collaboratori tecnici e politici. A breve, probabilmente anche entro la settimana, ne sarà data notizia. Secondo nostre fonti, la struttura che potrebbe ospitare simile progetto non può che essere il Civile.

Quanto al perché finora non sia sia fatto nessun ospedale da campo a Brescia - come richiesto a gran voce da sindaci e politici nazionali - sta nei numeri: la sanità della Leonessa (fra pubblico e privato) sta reggendo l’impatto molto meglio di quella Bergamasca poiché maggiormente strutturata per quanto riguarda anche la terapia intensiva. Ciò emerge da dati elaborati dai tecnici di Regione Lombardia: nel Bresciano il rapporto persone/posti letto (su base 1 milione di abitanti) è di 800 postazioni in più rispetto a Bergamo, 600 riguardo Cremona e 200 su Milano. 

Fontana ieri sera era ospite a Porta a Porta e ha accusato pesantemente alcuni cittadini di "strumentalizzazione" del problema. Qualche ore prima, analoga presa di posizione l’ha avuta il vicepresidente dell’Associazione Comuni Bresciani, Alessandro Cugini. Il governatore ha anche parlato del tema tamponi e screening di massa, ma su questa vicenda - per altro nodale e punto di scontro con la Regione - abbiamo voluto approfondire con Simona Tironi, bresciana, vicepresidente della commissione Sanità in Regione: "Chi chiede tamponi a tappeto vuole solo che si faccia un’operazione dal valore meramente psicologico. C’è una circolare dell’istituto Superiore di sanità che indica procedure diverse e mirate ai soli pazienti che presentino almeno due dei tre sintomi della patologia". Quindi il modello-Veneto non è da seguire? "No. Anche perché il problema ora sono i reagenti: stanno scarseggiando.

Piuttosto la Regione si sta concentrando sul test sierologico. Ma non quello scelto da Zaia che ha una affidabilità dell’80%: noi vogliamo che abbia una certezza stile test di gravidanza. In tal senso sia lo Zooprofilattico che Civile e Poliambulanza di Brescia stanno compiendo studi approfonditi e presto avremo risposte concrete. Così come dal San Matteo, riferimento regionale, che ne sta testando circa 100. Quindi, basta polemiche e basta cercare di appuntarsi spillette al petto da parte dei sindaci. La Regione sta rispondendo nel mondo più efficace possibile".