
La signora Caterina “Rina“ Scalvini assieme a Cristina, la figlia maggiore
Rodengo Saiano (Brescia), 14 maggio 2020 - Mamma Rina è tornata a casa dopo quattro mesi che le sono apparsi come un incubo, finito poco prima di mezzogiorno di ieri, quando i volontari del 118 di Rodengo Saiano l’hanno riportata nell’appartamento dove vive con la figlia maggiore Cristina Cividati, che ora si occuperà di lei insieme alla sorella Francesca che abita sul Sebino dove per anni ha gestito il bar 900 di Marone. Caterina Scalvini detta Rina, 68 anni, originaria di Castegnato, è probabilmente una dei primi malati di Croronavirus del Bresciano. «Lo pensano pure alcuni medici – spiega la figlia Francesca – anche se le patologie pregresse di mia madre e i primi tamponi, non specifici come quelli di questi giorni, non aiutano e non consentiranno di dare risposte certe. Prima del Covid 19 la nostra meravigliosa mamma è sopravvissuta a due tumori ed ha subito una operazione a cuore aperto. In questo caso ha iniziato a stare poco bene ai primi di gennaio, quando le è venuta una bronchite. Ricordo benissimo il giorno in cui è stata ricoverata. Mia sorella Cristina a mezzanotte del 12 gennaio mi ha chiamato e detto che la mamma era intubata e ricoverata in terapia intensiva alla Clinica di Ome. Le hanno diagnosticato una ‘insufficienza respiratoria metabolica’. Le speranze di salvarla erano nulle. In quei giorni non si parlava ancora del Covid 19 in Italia".
Rina è rimasta priva di coscienza per ben 27 giorni. "Poi – racconta la signora – mi hanno svegliato ma tenuta sempre sedata. I miei polmoni e i miei bronchi mi sembravano spenti, o meglio, occulsi. Inspiravo ma non riuscivo a fare uscire l’aria. Mi sembrava di soffocare. Ho più volte avuto attacchi di panico e allucinazioni, cosa che ho poi saputo essere stata sofferta anche da altri malati". Il primo tampone fatto a Rina Scalvini è risultato negativo. "A Ome e poi a Rovato i medici e tutto il personale sono stati degli angeli – specifica Francesca Cividati – Il 24 febbraio mamma è stata trasferita nella struttura di lunga degenza Don Gnocchi di Rovato. Anche lì le hanno fatto il tampone, risultato negativo. A fine mese le è tornata la febbre e, in questo caso, è emersa la positività. E’ accaduto per ben quattro volte".
Per diversi giorni è stata di nuovo tra la vita e la morte. Poi è accaduto il miracolo. Ha cominciato a stare meglio e, dalla scorsa settimana, risulta negativa al virus. Cosa che è stata confermata da due tamponi. Ieri è tornata a casa. Pesa 38 chili e deve essere assistita. "Quello che mi intristisce sono i giorni che non ricordo – ha detto Rina – ma ora sono a casa con le mie splendide figlie che ieri mi hanno preparato una buonissima pasta al ragù per pranzo e gamberoni alla griglia alla sera. Il loro amore lo vedo in tutto ciò che fanno e hanno fatto per me".