Coronavirus, Brescia torna a sperare: contagiati da +393 a +299

L'assessore Gallera ha annunciato anche l'apertura di 123 nuovi posti letto

L'assessore Giulio Gallera

L'assessore Giulio Gallera

Brescia, 26 marzo 2020 - "Una buona parte del corposo numero di personale che arriverà in Lombardia tramite il bando di Protezione civile sarà destinato a Brescia, forse l’ultimo territorio che ha bisogno ancora di un grande sostegno". Lo ha assicurato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, rispondendo alle richieste che arrivano dal territorio, in primis tramite il sindaco Emilio Del Bono, a fronte di numeri che ancora segnalano una grande crescita di contagi e di decessi.

Ieri, l’aggiornamento della Regione indicava un incremento di 299 positività, "una diminuzione significativa", sottolinea Gallera, a fronte dei 393 di martedì. L’auspicio è ora che il trend prosegua. Nel complesso, Brescia arriva quindi a 6.597 malati accertati di Covid19 con 970 morti (+64); 2.204 i dimessi dagli ospedali. Tra i deceduti, ci sono altri due operatori sanitari, gli odontoiatri Gabriele Lombardi e Mario Calonghi. "In questi giorni – ha annunciato Gallera – apriamo a Brescia 123 posti letto, una risposta potente che vale ben più delle strutture da campo aperte fino a ora. Saranno ripartiti tra i 50 alla Domus Salutis, 30 al Don Gnocchi, 43 alla Maugeri".Secondo la Regione, a Brescia la sinergia tra ospedali pubblici e privati non rende necessaria quindi l’apertura di un ospedale provvisorio.

"Sul fronte del personale, abbiamo destinato a Brescia il 20% dei 700 operatori che hanno risposto al bando regionale, a cui si andranno poi ad aggiungere quelli del bando della Protezione civile". Fondamentale non abbassare la guardia: per far rispettare le misure anti Covid19, ieri sono arrivati anche i militari dell’Esercito in supporto alle forze dell’ordine. 

Tornano a crescere, purtroppo, i contagi a Bergamo, con 344 nuovi casi per un totale di 7.072 positività, a fronte dei 256 registrati martedì. Sono 1.328 i decessi, 61 in un giorno. Preoccupa la carenza di ossigeno soprattutto per i malati che vengono curati a casa. Un’emergenza che dovrà diventare prioritaria, visto che, a fronte della saturazione degli ospedali, si andrà sempre di più verso un modello di cura in cui i medici di medicina generale avranno un ruolo fondamentale nel seguire i pazienti a domicilio. 

"Non facciamo i tamponi a tutti – sottolinea Gallera – perché per noi chiunque abbia dal raffreddore in su è potenzialmente positivo. Quindi attraverso la telemedicina, gli strumenti telefonici, i medici di medicina generale individuano i pazienti che hanno queste condizioni e li seguono nello stato di isolamento e verificano le loro condizioni di salute. Stiamo acquistando saturimetri da distribuire sul territorio e stiamo lavorando sulle strutture alberghiere per collocare chi non può restare nel proprio domicilio".