FEDERICA PACELLA
Cronaca

Contributi alle scuole “congelati“ L’odissea di due paritarie al Tar

La materna “Innocente Prandini“ di Londrino e l’istituto “Tersilia Bonomi“ di Lumezzane dovranno fare causa per i fondi

di Federica Pacella

Un’odissea prima tra richieste formali e diffide, poi nei tribunali, per poter riuscire ad ottenere la liquidazione dei contributi dovuti, qualche decina di migliaia di euro, ma congelati da anni. Protagoniste della vicenda sono due scuole dell’infanzia paritarie, la “Innocente Prandini“ di Lodrino e la “Tersilla Bonomi“ di Lumezzane, che, per un mancato aggiornamento del Durc (subito sanato), ancora attendono i contributi ministeriali degli anni scolastici 201617 e 201718. Nei giorni scorsi, il Tar di Brescia ha affermato che a fronte di un diritto di credito riconosciuto dall’Amministrazione "la liquidazione della somma dovuta costituisce il mero assolvimento di un’obbligazione", ma poiché la competenza è del Tribunale ordinario, è a questo che le scuole, tramite il loro legale, dovranno rivolgersi per ottenere l’ordine di pagamento, fatto salvo che il Ministero, tramite l’ufficio scolastico provinciale non si determini al pagamento spontaneo evitando di subire la condanna alle spese legali. "Si parla di qualche decina di migliaia di euro – spiega Massimo Pesenti, presidente Fism Brescia – che per i due istituti sono ossigeno.

Le scuole paritarie ricevono contributi dal Ministero, che sono insufficienti rispetto a quanto servirebbe. Se non viene neanche erogato quanto dovuto, diventa un grosso problema riuscire a fare tutto". Secondo i dati del Ministero, uno studente nella fascia dell’infanzia costa 5 mila euro all’anno, ma il contributo erogato alle paritarie (243 quelle dell’infanzia nel Bresciano) copre il 10-12%. "Con la Finanziaria, come ogni anno chiederemo al Governo che ci sia un aumento strutturale del contributo. Inoltre – prosegue Pesenti – visto che nel Pnrr si prevede di costruire nuovi asili nido, noi diciamo che sarebbe meglio finanziare le realtà già esistenti sul territorio, come le nostre, piuttosto che andare a costruire nuove strutture".