Cologne, alibi smentito e riprese video: così il meccanico è stato incastrato

Davide Cristiano Mossali si dice innocente: "All'ora dell'omicidio ero a pranzo con la famiglia". Ma moglie e figlio lo smentiscono

Il ritrovamento del cadavere di Nexhat Rama nelle campagne di Cologne

Il ritrovamento del cadavere di Nexhat Rama nelle campagne di Cologne

Cologne (Brescia) - È stato torchiato tre giorni e, per tre giorni, Davide Cristiano Mossali, sposato e padre, si è detto innocente. Il 53enne meccanico di Palazzolo, un incensurato, anche l’altroieri, poco prima di essere fermato, ha ripetuto di non avere ucciso Nexhat Rama. Ma il pm Claudia Passalacqua è convinta del contrario: è lui l’ultimo ad avere visto vivo il 40enne kosovaro lunedì trovato carbonizzato nel baule della Range Rover, data alle fiamme tra le vigne di Cologne, ed è il suo assassino. 

Ora attende in carcere l’interrogatorio di convalida del fermo per omicidio premeditato, distruzione di cadavere e detenzione illegale di armi. "Mi sembra confuso, ma in ogni caso nega ogni addebito", dice l’avvocato Stefano Forzani, che ieri ha incontrato Mossali a Canton Mombello.

Chi indaga ritiene però di avere in mano gravi e concordanti indizi di colpevolezza, suffragati da telecamere, tabulati, dichiarazioni. Il meccanico ha attirato in trappola la vittima nella sua officina di San Pancrazio, gli ha sparato - con una pistola abusiva, però non trovata - ha caricato Rama nel baule del suv con cui era arrivato, ha guidato fino ai campi e lì, cosparsi auto e corpo di benzina, ha appiccato il fuoco. Poi si è allontanato a piedi, è la tesi accusatoria.

Forse ha preso un passaggio. E poi si è inventato un alibi ("A quell’ora ero a pranzo con la famiglia"), ma moglie e figlio involontariamente lo hanno smentito, rivelando che non fosse con loro.

I carabinieri della compagnia di Chiari e del nucleo operativo provinciale hanno ricostruito le ultime ore del kosovaro, già coinvolto in un’indagine per estorsione (reato da cui fu assolto) e ora imputato in un procedimento per aver tentato di dar fuoco alla villa sul Garda di un manager di supermercati. Di casa a Capriolo, Rama lunedì mattina aveva parecchi appuntamenti. L’ultimo proprio con Mossali, da cui si era recato con il Range Rover del fratello.

Da Rama, con cui il meccanico pare fosse in affari per una compravendita di auto usate, il 53enne si sarebbe fatto prestare circa 30mila euro. Era in difficoltà economiche. Quel prestito, però, sarebbe lievitato al limite dell’usura e il creditore gli stava alle calcagna.

Il Range Rover viene inquadrato a mezzogiorno lasciare l’officina. Venti minuti dopo un agricoltore lo nota sfrecciare tra le vigne di Cologne e bruciare. Per levarsi d’impaccio il debitore avrebbe insomma sanato i suoi debiti con la violenza. "Molti imprenditori e artigiani in crisi chiedono aiuto a persone pericolose, le sottovalutano - è l’allarme del procuratore Francesco Prete, che ritiene la vicenda paradigmatica dei tempi attuali - E rischiano di trovarsi in un vicolo cieco".