Coccaglio, falciò bimbo oggi disabile: pirata della strada a processo

L’incidente nel dicembre 2019, la ragazza davanti ai giudici. Il piccolo Ishaan di due anni e mezzo rimase settimane in coma

Coccaglio, il passeggino sull'asfalto dopo l'incidente

Coccaglio, il passeggino sull'asfalto dopo l'incidente

Brescia -  Erano le otto e mezza del mattino del 10 dicembre 2019 quando a Coccaglio Ishaan, due anni e mezzo, fu investito da un’auto mentre sedeva nel passeggino spinto dalla madre che attraversava via Grandi sulle strisce insieme alla sorellina più grande. L’auto lo proiettò in aria come un birillo, il passeggino si rovesciò e il bambino finì sull’asfalto a metri di distanza, incosciente, mentre il conducente - una ragazza di 22 anni, si scoprirà - si dileguò.

Ishaan rimase settimane in coma ma si salvò. Quell’incidente gli ha lasciato in eredità danni cerebrali permanenti. A tre anni e mezzo dal dramma l’automobilista - all’epoca arrestata - va a processo. Non ci sarà nessuna udienza preliminare. Il pm che trattò il caso, Ambrogio Cassiani, nell’aprile 2020 aveva chiesto la citazione diretta. Il fascicolo pareva sparito dai radar, finché di recente il tribunale ha calendarizzato la prima udienza il 25 maggio, dal giudice Raffaella Mendez. Omissione di soccorso e lesioni gravissime, aggravate dalla fuga del conducente, sono i reati contestati all’automobilista, oggi 26enne.

"Non adottando le dovute cautele e in ogni caso moderando la velocità in corrispondenza dell’attraversamento pedonale investiva il passeggino con il piccolo Ishaan - recita l’imputazione - cagionandogli lesioni consistite in un trauma cranico severo con encefalopatia post-traumatica con esiti neurologici permanenti, e si dava alla fuga".

La pirata, una commessa di casa a Coccaglio, andava al lavoro al centro commerciale Le Porte Franche di Erbusco. Carabinieri e polizia locale la arrestarono la sera stessa. Al gip lei raccontò di non avere realizzato quanto successo perché "il parabrezza era coperto di brina, poi ho acceso il riscaldamento e il vetro si è appannato ancora di più, e ci si è messo pure il sole ad accecarmi. Ho creduto di avere investito un paletto. E sono entrata nel panico".