Coccaglio, bimbo investito. Il giudice: "Non è credibile la versione dell’investitrice"

Così il Gip sulla 22enne che ha travolto il bimbo di 2 anni. La giovane resta indagata, ma non è più ai domiciliari

Il passeggino scaraventato dopo l’urto con l’utilitaria avvenuto martedì

Il passeggino scaraventato dopo l’urto con l’utilitaria avvenuto martedì

Coccaglio (Brescia), 13 dicembre 2019 - «Non vedevo bene perché il parabrezza era coperto di brina, poi ho acceso il riscaldamento e il vetro si è appannato ancora di più, e quando ho fatto la curva ci si è messo pure il sole ad accecarmi. Quando ho sentito il rumore, ho creduto di avere investito un paletto. E sono entrata nel panico perché tre mesi prima avevo distrutto la macchina per un incidente, mi erano venuti addosso, e io non sapevo come giustificarmi di nuovo con i miei genitori. Poi quando sono arrivata al lavoro e ho visto sull’auto solo un paio di graffi mi sono tranquillizzata, ho pensato che non fosse nulla di grave".

Questo ha detto ieri durante l’interrogatorio di convalida la 22enne commessa di Coccaglio arrestata martedì sera con l’accusa di avere falciato in auto in via Grandi il piccolo Ishaan, 2 anni, nel passeggino spinto dalla madre e dalla sorellina sull’attraversamento pedonale, e poi di essere scappata. Il pm Ambrogio Cassiani, che contesta i reati di lesioni gravissime e omissione di soccorso aggravata dalla fuga, aveva chiesto i domiciliari. Ma il gip Christian Colombo non ha convalidato l’arresto e ha disposto la scarcerazione. Una scelta, la mancata convalida, stigmatizzata dalla Procura che ha già depositato il ricorso in Cassazione.

Il giudice ritiene pacifica la colpevolezza dell’indagata, il cui allontanamento e le lesioni da lei provocate appaiono "provati dalla dichiarazioni di Kaur Sandeep (la madre del bambino), dell’indagata stessa e dall’oggettività dei segni presenti sulla parte anteriore della Fiat 500 blu" si legge nell’ordinanza del giudice. Che continua: "Il racconto dell’indagata che ipotizzata di avere colpito una paletto stradale non appare credibile: non è possibile che la donna abbia ricondotto il rumore proveniente dalla parte anteriore del mezzo all’urto con un oggetto ormai superato (il paletto era più indietro rispetto alle strisce pedonali, ndr). Inoltre nei pressi del passeggino erano presenti ben due persone (la madre e la sorella di 4 anni del bimbo), difficilmente non viste".

Inoltre, "la presenza di eventuali pedoni in un luogo in cui il controllo del veicolo è maggiormente difficoltoso (curva) avrebbe dovuto consigliare un rallentamento della marcia tale da consentire di notare tempestivamente soggetti in fase o in procinto di attraversamento". Pure l’allusione al panico montato per il ricordo dell’incidente capitato tre mesi prima che l’avrebbe spinta ad allontanarsi rapidamente dal luogo dell’impatto è spiegabile in un modo : "condotta voluta dalla donna". Pur tuttavia, la sua incensuratezza e il ritiro immediato della patente di guida, hanno convinto il giudice a non disporre alcuna misura cautelare ritenendo improbabile il rischio della reiterazione del reato.

E nemmeno la convalida dell’arresto è stata concessa, ma per questioni squisitamente procedurali: troppo ampio lo spazio temporale intercorso tra l’evento – l’investimento, avvenuto poco prima delle 8,36 il 10 dicembre – e le manette, scattate la stessa sera alle 19,27: "L’apprezzabile ampiezza del dato è contraria alla vicinanza temporale" evidenziata dall’articolo 382 del Codice di procedura penale, secondo cui la commissione del fatto dovrebbe essere "immediatamente prima della scoperta delle tracce sull’automobile" scrive il gip. Il piccolo Ishaan, intanto, continua a lottare per la vita all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Ha un grave trauma cranico. Ieri i medici avevano ravvisato un flebile miglioramento ma la prognosi è sempre riservata.