
Un pescatore verso l’approdo di Monte Isola (Fotolive)
Monte Isola (Brescia), 13 maggio 2016 - Quasi due mesi senza poter lavorare in una delle aree più frequentate, riparate e pescose del Sebino. Reti a rischio e disagi dovuti ai tanti mezzi in transito sul Sebino. Ma nonostante questo tanta emozione per quello che sta succedendo sul lago d’Iseo. E un appello accorato rivolto all’artefice di tutto questo: l’artista Christo. «A Christo, che ringraziamo per avere scelto il Sebino e averci resi famosi in tutto il mondo – dice Marzio Danesi, pescatore di professione di Pilzone – chiediamo un aiuto per la pesca professionale. Nonostante la consapevolezza che i nostri guadagni caleranno durante il periodo dell’installazione, non vogliamo nulla per noi. Domandiamo all’artista un supporto economico per il nuovo incubatoio di Clusane, che entrerà in funzione per la semina dei coregoni del prossimo dicembre».
E spiega: «L’opera è finanziata nella sua parte principale. Mancano però alcune finiture. Ci piacerebbe avere il supporto di Christo, mostrargli l’edificio, spiegargli il nostro lavoro e poter chiedere di installare una targa a suo nome a perenne ricordo di “The Floating Piers”». All’incirca dello stesso parere di Danesi è Andrea Soardi: «Anche io credo che l’opera in generale porterà del bene al territorio. Per quanto riguarda noi la situazione è più complessa. La mancata semina di coregoni dello scorso anno – spiega – già causerà una diminuzione degli esemplari. Non poterci recare in uno dei tratti dove si trovano più coregoni sarà per noi dura. Sarebbe un grande segno di civiltà e di amore per l’ambiente da parte di Christo, per esempio, finanziare la prossima semina di avannotti».
L'area interdetta alla pesca in totale dal 18 giugno al tre luglio sarà di circa 6 i chilometri quadrati sui 66 che compongono il lago d’Iseo, parzialmente occupato da Monte Isola e San Paolo. Si tratta dell’area rossa compresa tra i pontili. Attualmente i divieti vigono già nelle zone gialle dove sono già vietate le attività professionali e ludiche e in quelle azzurre dove si può procedere solo a passo d’uomo e non sostare. «I disagi sono già iniziati – rimarca Marzio Danesi –le aree rosse, inoltre, crescono di giorno in giorno. Inoltre è difficile disporre le reti, perché si muovono. Basti pensare che con i venti giusti una rete posizionata a Clusane arriva a Sulzano in quattro ore. Si rischi che finisca comunque contro il ponte. E ogni volta si parla di perdite di almeno 1.000 euro». A qualcuno è già successo quando le reti si sono impigliate alle corde di ancoraggio dell’opera.