MILLA PRANDELLI
Cronaca

Chiari, in ospedale non si gioca con la salute

Reazioni dure dopo il caso dell'operatore socio sanitario sorpreso ad un videogame durante l'orario di lavoro al pronto soccorso. L'assessore Gallera: "Ho chiesto massima fermezza"

L'ospedale di Chiari

Chiari (Brescia), 28 ottobre 2018 - E' stato identificato l’operatore sociosanitario che nella notte tra giovedì e venerdì è stato ripreso mentre giocava a un videogame usando il computer aziendale senza rispondere a una telefonata al pronto soccorso. Si tratta di un dipendente di lunga data. A filmarlo sarebbe stato un paziente o un suo parente che ha poi girato il filmato ai media. Il direttore Mauro Borrelli, una volta appresa la notizia, ha immediatamente avviato una indagine interna. «È un fatto inaccettabile – ha commentato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera–. Al direttore ho chiesto la massima fermezza».

Anche Fabio Rolfi, che fino all’anno scorso presiedeva la commissione regionale alla sanità e che molto ha fatto per favorire il rinnovo e miglioramento del prontosoccorso di Chiari, ha condiviso la necessità di andare fino in fondo: «Se i fatti corrispondono alla realtà,  il lavoratore va sanzionato. Ma non dobbiamo giudicare un'intera categoria. Sono a conoscenza del grande lavoro che fanno a Chiari, spesso con straordinari non pagati e grande dedizione al lavoro».

All’ospedale Mellino Mellini tutti conoscono l’identità del dipendente sotto inchiesta. «Il collega ha sicuramente sbagliato – ha chiarito un dipendente – però i fatti vanno conosciuti. Innanzitutto gli operatori sociosanitari non rispondono alle chiamate di emergenza, che arrivano in un’altra stanza. Queste ultime sono gestite dagli infermieri e dagli autisti. Quando arrivano, sono segnalate dal suono di una campanella e dall’arrivo di un foglio scritto che viene emesso dalla stampante collegata al sistema. Il telefono che squillava non è collegato alla centrale di Bergamo, da cui arrivano le comunicazioni rivolte al 118 e al pronto soccorso. I fatti sono accaduti in accettazione, in un momento in cui non c’era nessuna pratica da evadere o ammalato da accogliere. La persona filmata, inoltre, è un gran lavoratore, onesto. Non si è mai sottratto agli straordinari, anche non pagati»