BEATRICE RASPA
Cronaca

Torbole, centro sportivo dentro al parco: accolto un ricorso di Legambiente

Quattro le istanze degli ecologisti sulla struttura che avrebbe dovuto ospitare gli allenamenti del Brescia

Massimo Cellino, presidente del Brescia

Torbole Casaglia (Brescia), 22 giugno 2020 - Il centro sportivo del Brescia Calcio a Torbole Casaglia deve attendere: il Tar ha annullato il permesso di costruire rilasciato lo scorso 7 agosto dal Comune sulla scorta di una delibera del consiglio, a sua volta annullata. La ragione? Quel permesso doveva essere varato dalla giunta, hanno decretato i giudici, così facendo si è violata la legge regionale.

È questo l’unico ricorso accolto di un pacchetto di quattro presentato un anno fa dal Comitato “No alla vendita dell’area 467” e da Legambiente Lombardia. Tutti gli altri sono stati bocciati. Il Comune, è la conclusione complessiva, si è mosso bene. Nodo del contendere è lo spazio di 76.300 metri all’interno del quale oggi, su 50mila, insiste il parco pubblico Lama, attrezzato per lo sport. Cittadini e ambientalisti hanno denunciato “l’illegittimità” con cui l’amministrazione ha prima previsto l’alienabilità dei terreni, inserendoli nel piano delle alienazioni, poi li ha venduti all’asta aggiudicandoli a Brescia Holding quindi ha approvato un variante al Pgt che ne ha modificato la destinazione urbanistica. Infine, ha rilasciato il permesso di costruire convenzionato alla società Eleonora Immobiliare, che nel frattempo li ha acquistati. T

utto questo sacrificando un polmone verde per i ricorrenti “strategico“, dato che è di fronte alle scuole e usato da un’ampia fetta di popolazione. Con il blocco dei ricorsi si chiedeva l’annullamento del piano di alienazione, del bando d’asta, della variante del Pgt, dell’eliminazione del vincolo paesaggistico del torrente Gandovere e del permesso di costruire. Interventi di edilizia in una zona così estesa incidono in modo significativo sull’ambiente circostante, sostengono Comitato e Legambiente, ergo il progetto avrebbe dovuto essere sottoposto a una valutazione di impatto ambientale (Vas). E sarebbe servito pure il parere della Sovrintendenza. Ragioni per il Tar "infondate" e "inammissibili". A cominciare dalle lagnanze per l’esclusione del vincolo paesaggistico relativo al vicino fiume: una precedente sentenza ne aveva già chiarito l’insussistenza. Quanto al merito, "il Comune ha giustificato la scelta operata, motivata prevalentemente da ragioni economiche".

La gara indetta è stata regolamentare, i passaggi della variante pure. Il progetto del centro sportivo poi "mantiene gli standard urbanistici complessivi". Del poker di istanze, quindi, è rimasta in piedi, accolta dai giudici, solo quella relativa al rilascio della convenzione al permesso di costruire, approvata dal consiglio comunale anziché dalla giunta. Obiettivo del Comune era favorire la più ampia partecipazione possibile alla scelta. Per il Tar però "consiglio e giunta sono organi autonomi, con competenze ben distinte e la mera coincidenza fisica di alcuni loro componenti non assume rilievo".