FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, centri estivi approvati con riserva

Due le incognite che pesano come spade di Damocle: l’andamento dei contagi e la “responsabilità sanitaria”

Il sindaco Emilio Del Bono in mezzo ai ragazzi al Grest dell’estate scorsa

Brescia, 7 giugno 2020 -  Centri ricreativi estivi ancora in forse: a Brescia il piano c’è, ma la partenza è vincolata all’andamento dell’epidemia e all’esonero del Comune dalla responsabilità sanitaria. La giunta ha approvato giovedì la delibera per attivare i servizi di carattere ludico-ricreativo per le scuole dell’infanzia e le primarie, dal 29 giugno al 28 agosto (esclusa la settimana di Ferragosto). "Vogliamo accogliere l’invito delle famiglie – spiega l’assessore all’Istruzione Fabio Capra – in questo momento di emergenza che ha privato i bambini e i ragazzi di tutti i servizi educativi e scolastici". Il sondaggio esplorativo ha in effetti rilevato che il 65% delle 733 famiglie che hanno risposto è favorevole a iscrivere i propri figli a un centro estivo comunale. Tra i non interessati, il 40% teme la possibilità di contagio, il 58% ha una rete parentale su cui contare.

Il progetto bresciano prevede l’avvio di sezioni estive per le scuole dell’infanzia con un educatore ogni 5 bambini. Per le primarie, si parla di centri ricreativi estivi con gruppi di 7 bambini. In entrambi i casi, i turni saranno di due settimane, con possibilità di scegliere solo la mattina (8-12,30) o tutto il giorno (8-17); per l’infanzia sarebbe prevista la mensa, per le primarie il lunch-box. La scelta delle scuole dipenderà dalla domanda dell’utenza e dall’offerta esistente sul territorio, visto che anche oratori, associazioni ed enti privati stanno organizzando centri estivi. Le tariffe settimanali varieranno in base a tre fasce Isee (fino a 15mila, da 15 a 30mila e sopra i 30mila): si parla di 20, di 30 o di 50 euro settimanali per il solo turno mattutino e di 45, di 65 o di 95 euro per tutto il giorno.

Tuttavia, tutto sarà bloccato se l’andamento del contagio da Covid-19 dovesse peggiorare. Inoltre, c’è il nodo della responsabilità sanitaria. "Secondo la normativa regionale – spiega Capra – noi come Comune dovremmo autorizzare i progetti degli altri enti gestori dei centri estivi, come privati, oratori. Noi non abbiamo la competenza sanitaria per approvare una cosa così delicata. Per i nostri, potremmo anche prenderci la responsabilità. Per gli altri vogliamo che la Regione specifichi bene cosa comporta questa autorizzazione. Se è solo una presa d’atto, va bene. Altrimenti, non intendiamo autorizzare niente, perché non abbiamo le competenze sanitarie". Sul punto è già partita un’interlocuzione con Ats Brescia. " Si spera che arrivino chiarimenti – conclude Capra – facciamo da apripista, ma è un tema che riguarda tutti i Comuni e che potrebbe mettere in difficoltà i più piccoli".