
Le chiusure di primavera e autunno mandano in fumo 15 milioni per i centri estetici bresciani, circa il 30% del fatturato annuo. Secondo l’analisi di Confartigianato, a tanto ammonterebbe la perdita per le 1.076 imprese che nel Bresciano impiegano 1831 persone, se fosse confermata la zona rossa fino al 3 dicembre. Una perdita che si ripercuote su un settore a vocazione femminile, visto che il 91,7% degli imprenditori sono donne. "È la conferma di come la crisi legata a Covid-19 colpisca in misura maggiore le imprenditrici. Evidenza –dice Eugenio Massetti (nella foto), presidente Confartigianato Brescia e Lombardia – ribadita da un nostro recente sondaggio, secondo cui Mpi e imprese artigiane gestite da donne hanno decrementi dei ricavi superiori a 10 punti rispetto alle aziende guidate dagli uomini".
Le ragioni sono molteplici: la maggiore presenza delle donne nei servizi, più penalizzati dalla chiusura; il doppio ruolo di lavoratrice e care-giver di figli e genitori anziani. "Le imprenditrici che hanno difficoltà nella conciliazione registrano un calo di fatturato maggiore di 6,6 punti rispetto alle colleghe che non hanno alcun problema – sottolinea Massetti – la crisi dà ulteriore evidenza della correlazione tra occupazione femminile e supporto alla conciliazione".
F.P.