
Nove sovrintendenti entrano in servizio con gli attuali tre colleghi Nel complesso dovrebbero essere 25
Carenza di personale a Canton Mombello, c’è luce in fondo al tunnel. Dopo anni di buchi di organico pesanti, arrivano i rinforzi. Lo scorso gennaio alla casa circondariale di Brescia, già maglia nera in Italia per condizioni di sovraffollamento e di fatiscenza, sono stati assegnati 24 nuovi agenti di polizia penitenziaria che hanno coperto parzialmente un “rosso“ di 60 unità. E adesso un’altra buona notizia: è in arrivo nuovo personale. Due commissari, che assumeranno l’incarico di vicecomandante, in affiancameto al comandante, dirigente Aldo Scalzo, e nove ispettori, a colmare una carenza di organico superiore all’85 per cento, previsto in 19 persone.
Ne dà notizia il sindacato di Fp Cgil polizia penitenziaria, per voce del coordinatore regionale Calogero Lo Presti: "Finalmente il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si è accorto che la struttura bresciana non poteva non essere presa in seria considerazione nel piano delle assegnazioni, grazie anche alle incessanti sollecitazioni sindacali che da tempo segnalavano una gravissima e precaria situazione del personale". Non solo: oltre alle figure dirigenziali, è previsto l’arrivo a Canton Mombello di nove sovrintendenti, i quali entreranno in servizio insieme agli attuali tre colleghi (nel complesso i sovrintendenti dovrebbero essere 25). "Poliziotti che daranno un significativo apporto professionale alleviando le condizioni lavorative insostenibili di chi è in servizio, alle prese con numerose ore di straordinario, carichi di lavoro eccessivi e consequenziali aumento di responsabilità".
Rimane però la preoccupazione per la situazione in cui versa Verziano, che soffre il pensionamento di una ventina di agenti non rimpiazzati: "Da troppi anni non viene assegnato personale alla sezione maschile della casa di reclusione e c’è la necessità, per non dire l’urgenza, di cambiare rotta e potenziare l’organico di Verziano – sottolinea Lo Presti –. La situazione emergenziale rischia di compromettere non solo le condizioni lavorative, ma anche i diritti soggettivi del personale". Di qui l’appello all’amministrazione perché non si dimentichi della casa di reclusione: "La sicurezza, l’ordine e le numerose attività trattamentali vengono garantite solo a prezzo del sacrificio degli addetti".