
L’ingresso del carcere di Canton Mombello
Brescia – Lo scorso settembre erano scattate 13 misure cautelari dopo che la pm Claudia Moregola aveva scoperto l’ingresso abusivo nel carcere di Canton Mombello di telefonini, schede sim, droga occultata nei cioccolatini Mon Cheri e Kinder Joy, lettere e chiavi per cassette di sicurezza in Svizzera. Tutto stando all’accusa grazie all’intermediazione dell’ex ispettore della Penitenziaria Giuseppe Di Leo, 50 anni, di Taranto, che si sarebbe messo a disposizione dei detenuti Francesco Leone e Sandro Monteleone, ricavandone una paghetta di 12.500 euro per i servigi resi tra il 2020 e il 2022. Ora otto imputati hanno affrontato il processo in abbreviato e il gup, Cesare Bonamartini ne ha condannati sei e assolti due.
La pena più alta, 6 anni - il pm Claudia Moregola ne aveva chiesti oltre 12 - l’ha rimediata Francesco Leone. Originario di Bari, 64 anni, il suo nome era già balzato agli onori delle cronache nel 2012 perché accusato di aver ideato il sequestro lampo di Giuseppe Spinelli, ragioniere di fiducia di Silvio Berlusconi. Per chi indaga, avrebbe corrotto l’assistente capo della Penitenziaria Di Leo - condannato a 3 anni - per introduzioni furtive in carcere di telefoni, sim, badge e chiavi di cassette di sicurezza di un presunto caveau in Svizzera, ma anche droga occultata. Accuse da lui negate. Monteleone andrà a dibattimento con i coimputati.
Cinque anni e quattro mesi invece sono stati inflitti a Ernesto Settesoldi, un anno sei mesi a Massimo Carella, un anno e dieci mesi a Nicolò Fornasari e otto mesi (pena sospesa) a Elisabetta Tagietti. Assolti Antonio Leone e Simona Moretti. Tutti sono stati assolti dall’accusa di estorsione (una spedizione punitiva organizzata ai danni di un detenuto sospettato di essersi intascato 500 euro e di parte della droga).