Usano immagine Cannavacciuolo: a processo imprenditore bresciano e altri 2 amministratori

Nei guai un 63enne di Lumezzane, una ristoratrice 32enne di Suzzara e un 50enne: avrebbero utilizzato la foto di Cannavacciuolo per promuovere la riapertura del loro locale. La donna, già concorrente di "Cucine da incubo": "Ho ricevuto quel menu dallo chef"

Lo chef Antonino Cannavacciuolo (Foto Lanari)

Lo chef Antonino Cannavacciuolo (Foto Lanari)

C'è anche un 63enne di Lumezzane a giudizio con l'accusa di indebito utilizzo del marchio registrato dallo chef pluristellato Antonino Cannavacciuolo,  noto anche per le sue partecipazioni a trasmissioni tv come MasterChef Italia. Assieme all'imprenditore bresciano sono finiti nei guai anche una ristoratrice di Suzzara, 32 anni, cubana, e un suo connazionale di 50 anni, residenti a Marina Romea e ritenuti tutti e tre amministratori di diritto o di fatto della società bresciana, legata in quel periodo alla gestione di un ristorate di Marina di Ravenna finito nella bufera per pubblicità non autorizzata. Il processo per violazione dell'articolo 473 del codice penale inizierà a fine mese.  

La ricostruzione

Ma veniamo ai fatti. Tra il settembre 2018 e il dicembre 2019 ai carabinieri della stazione di Orta San Giulio (Novara) arriva la denuncia dello chef, avvisato il 9 settembre 2018 via Facebook da un'ammiratrice culinaria dell'esistenza di un volantino con la sua foto che pubblicizza la riapertura del locale ravennate con "menu di pesce e crudité curato dallo chef Antonino Cannavacciuolo". C'è poi un camion vela con la gigantografia dello chef accostato al nome del ristorante che rafforza il messaggio spot.  Cannavacciuolo, residente nel Novarese, incarica la sua segretaria di verificare cosa stia accadendo. La donna si finge cliente, telefona al locale e registra la chiamata, poi consegnata ai carabinieri. Ma non è tutto. Gli inquirenti risalgono alla tipografia e sentono il titolare, che indica ai carabinieri i presunti committenti e precisa di non essere mai stato pagato. Il tipografo aggiunge che poco dopo la pubblicazione dei volantini è stato contattato da un uomo che si è qualificato come vecchio titolare del ristorante e gli chiede se fosse stato autorizzato a fare pubblicità usando "nome e immagine dell'illustre chef".

Le indagini

Le indagini proseguono. I carabinieri di Marina di Ravenna sentono la 32enne cubana, che si presenta come cameriera del locale alle direttive del 63enne bresciano, e afferma di avere ricevuto quel menù da Cannavacciuolo nel novembre 2016 in occasione del programma "Cucine da incubo, quando lei gestiva un ristorante a Suzzara (Mantova). La donna racconta ai carabinieri di avere pensato che si potesse usare per fare pubblicità: per questo - a suo dire - aveva proposto l'idea al 63enne bresciano. Il resto è cronaca recente. Di certo c'è che i tre finiranno a processo dal momento che il marchio Cannavacciuolo, secondo le carte del fascicolo è stato depositato il 27 luglio 2017 all'ufficio italiano Brevetti e Marchi con data di concessione al primo giugno 2018, giusto pochi mesi prima della pubblicità del locale ravennate.