MILLA PRANDELLI
Cronaca

Cinghiali, al via la caccia: "Sono tra gli animali più pericolosi"

Nel bresciano 15 squadre per un totale di 600 cacciatori

La caccia al cinghiale sarà consentita fino al 26 gennaio

La caccia al cinghiale sarà consentita fino al 26 gennaio

Brescia, 27 ottobre 2018 - Caccia al cinghiale aperta da sabato 27 ottobre a al 26 gennaio 2019. Una pratica, questa, che molti ritengono necessaria per contenerne la proliferazione. L’ ungulato a cui da qualche anno sul Sebino vengono dedicate frequentate sagre gastronomiche, come per esempio quella di Sulzano, non è tipico di questa parte d’Italia. Da molti anni a questa parte è diventato un problema per le culture e specie per castagni, i vigneti e i pascoli.

Da Pisogne fino a Gussago è ormai presente in un numero non contabile di esemplari, che causano danni gravissimi alle culture. «Il cinghiale, nel bresciano è apparso per la prima volta 43 anni, nel 1975 – spiega Ivan Gitti, presidente dei Sindaci della Comunità Montana del Sebino bresciano, assessore al Commercio a Monticelli Brusati e membro della Commissione Cinghiali nell’Ambito Territoriale della Caccia di Brescia - è considerato tra i cinque animali che causano più danni nel territorio della Leonessa d’Italia, dopo la nutria, i corvidi, i piccioni e i cormorani. I cacciatori potranno occuparsi della sua selezione per i prossimi tre mesi».

Quest’anno le quattro squadre di cinghialai presenti in Franciacorta e sul Sebino, per un totale di circa 120 cacciatori tra cui due donne, potranno abbattere 122 dei 130 esemplari che hanno censito nel corso dell’anno. Altri potranno essere aggiunti su richiesta della Polizia Provinciale. La stima è che verranno raggiunti i 200.Una volta uccisi gli ungulati saranno portati per controlli sanitari al Centro Zooprofilattico di Brescia e poi restituiti ai cacciatori, che non sono retribuiti per il contenimento. Tutti i costi di armi, munizioni e mantenimento dei cani sono difatti a loro carico. In totale nel bresciano le squadre operative sono 15 di cui quattro nei comprensori alpini, composte da 600 persone, tutte dotate di regolare licenza, che cacciano con cani vandeani di razza francese e segugi maremmani di razza italiana.