"Brigadiere Antonio Milia rimane in carcere: richiesta di libertà vigilata respinta dal Gip"

Dopo la perizia psichiatrica che ha dichiarato l'imputato Antonio Milia totalmente incapace di intendere al momento dei fatti, il Gip ha revocato la misura cautelare in carcere e sostituita con una misura di sicurezza provvisoria. Tuttavia, non essendoci posto in nessuna struttura, Milia rimane detenuto in carcere. Il suo legale chiede la libertà vigilata, ma il Gip la rigetta.

Due mesi dopo il deposito della perizia, il brigadiere Antonio Milia rimane in carcere. Lo psichiatra nominato dal Gip del Tribunale militare di Verona, Giancarlo Boncompagni, aveva dichiarato l’imputato totalmente incapace di intendere al momento dei fatti e ravvisato una pericolosità sociale medio-alta. Per questo motivo il giudice aveva revocato la misura cautelare in carcere, sostituita con una misura di sicurezza provvisoria che prevedeva il ricovero in una “casa di cura e custodia“, che doveva essere individuata dalla Procura. Tuttavia a oggi in nessuna struttura si è reso disponibile un posto per accogliere il brigadiere, che rimane detenuto in carcere a San Vittore, a Milano. Il suo legale, Roberto Melchiorre, ha quindi chiesto che potesse essere concessa la libertà vigilata, con obbligo di permanere nella struttura comunitaria residenziale riabilitativa ad alta intensità, per "garantire una corretta assistenza sanitaria, volta alla riabilitazione e al recupero della persona".

Una richiesta che il Gip ha rigettato, ritenendo che solo la Rems – Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza – sia una struttura adeguata a garantire il contenimento obbligatorio. Milia, 58 anni, è detenuto per l’omicidio del suo superiore, il comandante della stazione di Asso luogotenente Doriano Furceri, ucciso a 58 anni da tre colpi di pistola la sera del 27 ottobre 2022 in caserma.

Pa.Pi.